Gv 17,1-11
Padre, glorifica il Figlio tuo. | |||
Commento su Gv 17,1-11 "Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato". Gv 17,1-11 Come vivere questa Parola? Le parole dei discepoli che dichiarano l'onniscienza di Gesù, portano Gesù stesso, così ci racconta l'evangelista Giovanni, a pregare per quei "piccoli". Per Gesù, il fatto che i discepoli avessero capito e sapessero che in lui era la verità e che questa veniva dal Padre, è molto importante. Ma egli sa anche che questa adesione intellettuale a lui, non basta. È molto, ma va provata con la vita, con l'avversità. Egli sa che da lì a poco lo arresteranno, lo tortureranno e lo uccideranno. Allora prega, prega per i suoi, perché davanti a quegli orrori non desistano. La consegna della parola dal Padre a Gesù, da Gesù agli uomini è avvenuta e la consegna ha prodotto la fede. Ma questa dinamica va continuamente immersa nella realtà, va continuamente riprodotta e rafforzata: la preghiera di Gesù per i suoi li preparerà ad affrontare lo scandalo della croce e li aiuterà a riaccogliere, a riconoscere Gesù risorto. Signore, noi siamo nelle tue mani, anzi siamo nelle parole della tua preghiera. Tu ci custodisci, in eterno proteggi le nostre menti che approdano alla verità e lasci che la sofferenza verifichi questa nostra adesione, ma non ci abbandoni. Ci vuoi con te, capaci di condividere la tua sapienza, la tua vulnerabilità e dalla nostra imperfezione accogli il desiderio di crederti, amarti e con te sperare. |
lunedì 18 maggio 2015
Vangelo del giorno 19/05/2015
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