domenica 31 maggio 2015

Vangelo del giorno 01/06/2015

Mc 12,1-12
Presero il figlio amato, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.


 Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]:
«Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”.
E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

Parola del Signore





Commento su Mc, 12, 10

"Non avete letto questa Scrittura: "La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d'angolo?"

Come vivere questa Parola?

Questa pericope si colloca nel Vangelo di Marco al termine di una parabola molto forte: quella dei vignaioli che vivono fino in fondo la loro disonestà non solo ingannando il padrone, ma uccidendogli prima i servi e poi il "Figlio prediletto".

L'evangelista dice che Gesù chiaramente la rivolse "ai sommi sacerdoti, agli scribi e agli anziani del popolo" cioè al ?fior fiore' dei grandi e potenti di quel tempo.

E' fortemente drammatica la parabola. I disonesti vignaioli assassini ricevono il meritato castigo dal Padrone della vigna, ma la parabola si conclude con una parola scritturistica che Gesù evoca quasi a voler confermare con forza la verità vincente, con una scena viva di Gesù che è lì, esperto costruttore di case scarta le pietre che non danno affidamento di saldezza e sceglie quella giusta per farne la testata d'angolo. E, guarda un po'!, è proprio quella che l'incompetenza e la stoltezza degli pseudo costruttori hanno scartato!

E' quasi un'altra paraboletta a conclusione di quella dei cattivi vignaioli. Ma i Capi così acerrimi oppositori di Gesù, monteranno ulteriormente in collera contro di Lui che con tanta franchezza ha parlato loro. Noi apprezziamo con gioia l'insegnamento.

Sì, la pietra testata d'angolo, sei Tu stesso, Gesù. Su di Te, che il Padre ha mandato, sulla Tua PAROLA, letta e pregata ogni giorno, noi costruiamo la casa della nostra vita. Ci sarà chi, in un modo o nell'altro, ci osteggerà, ma la paura detta ancora legge negli ambienti in cui si vorrebbe eliminare Te e il tuo Vangelo. Così, come Tu hai potuto prendere il largo, anche noi - sereni - costruiamo la casa delle nostre giornate con Te e sul Tuo Vangelo. Grazie, Signore Gesù.

Vangelo del giorno 31/05/2015

Mt 28,16-20
Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Parola del Signore


Commento su Mt 28, 16-20

"Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".

Mt 28, 16-20

Come vivere questa Parola?

Dopo aver passato un certo tempo in Galilea gli Undici discepoli raggiungono Gesù su un monte indicato da Lui.

E' in quel momento, vertice della permanenza in terra del Signore, che avviene l'ultima sua consegna ai discepoli: quella di annunciare il lieto messaggio di salvezza e, inoltre, di battezzare chiedendo che la vita del battezzato si esprima nell'osservanza degli insegnamenti contenuti in quel messaggio.

E' davvero un momento vertice per due ragioni: il Signore Gesù sta per tornare al Padre e responsabilizza i Suoi circa un insegnamento che è vita nuova. Per di più, in questa consegna di far cristiane le genti, Gesù chiede che ciò avvenga nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo.

E' come se, nella sua infinita tenerezza, Gesù svelasse ai suoi il Mistero più alto, quello del Padre, Onnipotenza Creatrice, che ama talmente il Figlio, che questo Amore, infinitamente ricambiato dal Figlio, è la Persona dello Spirito Santo.

Si, il Mistero altissimo ora sappiamo che esiste, ma sappiamo anche che "come dice S. Caterina da Siena, è "un mare senza fondo" dove, se vivi gli insegnamenti di Gesù nella sintesi dell'amare Dio facendoti dono ai fratelli, sei vivificato, ?energizzato' e anche consolato, allietato. Perché Gesù, promettendo di rimanere con noi tutti i giorni e per sempre, ci aiuta a vivere alla Presenza dei TRE-UNO: TRE che si amano talmente da essere un UNICO DIO, appunto infinitamente AMORE AMANTE.

Gesù, ottienimi lo Spirito Santo perché questo non sia tanto una verità dogmatica quanto una LUCE che arde, splende, rinnova continuamente la vita.

venerdì 29 maggio 2015

Vangelo del giorno 30/05/2015

Mc 11,27-33
Con quale autorità fai queste cose?

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?».
Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo».
E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

Parola del Signore


Commento su Mc.11, 27-33

Andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggirava per il tempio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l'autorità di farlo?».

Mc.11, 27-33

Come vivere questa Parola?

Gesù insegna e agisce con straordinaria autorità e i sacerdoti hanno bisogno di sapere con quale autorità Egli agisce. Chi gli ha dato il permesso?

Quando non capiamo abbiamo sempre bisogno di avere sicurezza in pezzi di carta o di avere dei permessi sicuri che tranquillizzino la coscienza e che giustifichino l'agire senza "buttare all'aria l'ordine raggiunto dalla ripetitività dei fatti ".

Gesù non è venuto a giustificare la nostra ignavia, ma a scuotere la vita che è in noi per darcela in abbondanza.

La fede è un rischio, un salto nel buio, un abbandonarsi. L'appoggiarsi all'amore fedele di Dio, nell'oscurità dell'intelligenza e nel vuoto di ogni sicurezza, ci apre ad orizzonti infiniti, divini e ci aiuta ad uscire da noi stessi per entrare nel modo di vedere di Dio, che ci porta a diventare veramente più uomini, fatti a Sua immagine e somiglianza.

Signore, aiutaci a fidarci di Te, a mettere in pratica almeno una delle tue Parole al giorno: dacci questo coraggio, donaci questa fede!

giovedì 28 maggio 2015

Vangelo del giorno 29/05/2015

Mc 11,11-25
La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni. Abbiate fede in Dio!

Dal Vangelo secondo Marco

[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.
La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono.
Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:
“La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le nazioni”?
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.
La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».

Parola del Signore


Commento su Mc 11,11-25

La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi. E gli disse: «Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti». E i discepoli l'udirono. La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici. Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: «Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato»."

Mc 11,11-25

Come vivere questa Parola?

Betania, che significa "casa del povero", è la località che vede Gesù uscire per andare a Gerusalemme, al Tempio. Ad un fico rigoglioso e verdeggiante, ma solo in apparenza, Gesù chiede frutti. Solo in apparenza perché non porta frutti!

E non è casuale che sia proprio un fico: l'albero sotto cui, secondo la tradizione rabbinica, il devoto si ferma a meditare la Torah.

Senza frutti è il fico, come lo è il Tempio.

Gesù rende il fico secco, sterile: questa è la maledizione che incombe su chi non ha aperto il cuore alla benedizione del Messia. Chi non vede e non accoglie la liberazione di Gesù è destinato a mettere a nudo e a lasciar vedere la propria sterilità.

Gesù quando passa produce sempre vita: ecco perché giochiamo nel rapporto con Lui la fecondità o la sterilità della vita! Se rimaniamo uniti a Lui produrremo sempre frutto; il rimanere in Lui è il gesto del povero che accoglie, conserva, crede e diventa suo discepolo.

Aiutaci a rimanere uniti a te Signore, per poter portare i frutti che Tu da noi desideri!

mercoledì 27 maggio 2015

Vangelo del giorno 28/05/2015

Mc 10,46-52
Rabbunì, che io veda di nuovo!

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Parola del Signore


Commento su Mc.10,46-52

E giunsero a Gerico. E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!». E Gesù gli disse: «Và, la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.

Mc.10,46-52

Come vivere questa Parola?

Nel Vangelo di Marco questo è l'ultimo miracolo di Gesù. Un cieco che chiede di poter vedere. E Gesù lo esaudisce. Apre i suoi occhi ed egli subito "prese a seguirlo per la strada".

Solo chi si riconosce povero e cieco ha la possibilità di seguire Gesù; solo chi riconosce che tutto viene da Dio e sa - dal fondo della sua disperazione - gridare aiuto sente la voce di Gesù che apre nuovi orizzonti ridando speranza e dignità; solo chi urla il suo bisogno di misericordia e perdono viene reso abile per salire con Gesù a Gerusalemme.

Vedere significa credere. Vedere significa accogliere il dono di Dio nel Figlio dell'uomo Crocifisso

Bartimeo diventa il nostro modello di discepolo, colui che butta all'aria il proprio mantello e con umiltà è consapevole che tutto viene da Dio e tutto ritorna a Lui.


martedì 26 maggio 2015

Vangelo del giorno 27/05/2015

Mc 10,32-45
Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato.

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti.
Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».
Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Parola del Signore

Commento su Mc 10,32-45

"Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Mc 10,32-45

Come vivere questa Parola?

Essere il più grande, essere il primo! Questa "aspirazione" della natura umana Gesù non la mortifica, la incanala nella sua logica della vita. Gesù ci suggerisce di evitare con cura la gloria del mondo: "Non così tra voi"!

Ci indica come essere primi, come diventare grandi, "fare carriera": mettersi al servizio, donarsi senza interesse nel puro dono di Sè. Esiste allora una gerarchia di valori anche nel Regno, ma è una gerarchia diversa da quella "mondana": il servo che nel mondo è considerato l'ultimo, qui è il primo. Il servizio vissuto come Gesù e da Lui per primo, per noi cristiani diventa la strada maestra della vita, la via della libertà, il modo alternativo a questo mondo: in Gesù non viviamo più secondo il criterio dell'homo homini lupus, ma dell'homo homini Deus!

Il tuo Spirito Signore ci aiuti oggi ad entrare in profondità nella tua logica di servizio: la nostra giaculatoria oggi sia: "Vado io"!

lunedì 25 maggio 2015

Medjugorje Messaggio del 25/05/2015

Messaggio, 25. maggio 2015


"Cari figli! Anche oggi sono con voi e con gioia vi invito tutti: pregate e credete nella forza della preghiera. Aprite i vostri cuori, figlioli, affinché Dio vi colmi con il suo amore e voi sarete gioia per gli altri. La vostra testimonianza sarà forte e tutto ciò che fate sarà intrecciato della tenerezza di Dio. Io sono con voi e prego per voi e per la vostra conversione fino a quando non metterete Dio al primo posto. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

Vangelo del giorno 26/05/2015

Mc 10,28-31
Riceverete in questo tempo cento volte tanto insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

Parola del Signore


Commento su Mc 10, 28-31

Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi».

Mc 10, 28-31

Come vivere questa Parola?

Si realizza qui l'affermazione di Gesù: "Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio»!

Presso Dio, cioè in Gesù si vive questa misura di Dio: il dono puro e sovrabbondante. È solo a causa del Vangelo, a causa di Gesù, che è possibile vivere la "povertà", perché Gesù con la sua logica di vita ci suggerisce di dare invece di possedere, di donare e di condividere invece di tesorizzare. E dove si dona e si divide il risultato è la moltiplicazione, in modo che tutti abbiano a sazietà. Gesù oggi ci ricorda che quando siamo nella strettezza - ogni strettezza - la via d'uscita è donare a piene mani perché si ha solo ciò che si dona e lo si ha in misura sovrabbondante.

Aiutaci Signore a ringraziare oggi per ogni piccola cosa che riceviamo, dono del Tuo Amore "sovrabbondante"!

domenica 24 maggio 2015

Vangelo del giorno 25/05/2015

Mc 10,17-27
Vendi quello che hai e vieni! Seguimi!

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

Parola del Signore


Commento su Mc 10,17-27

"Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?». Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio».

Mc 10,17-27

Come vivere questa Parola?

Perché il cristiano deve essere povero se vuole dirsi seguace di Gesù?

Questa sembra proprio una essenziale condizione per la sequela, per entrare nel Regno di Dio! Sì, per seguire Gesù bisogna fare una scelta di povertà! Povertà che si esprime in un atteggiamento di profonda accoglienza: ecco l'atteggiamento caro a Gesù, quello dei bambini! Accogliere il dono di Dio - accogliere il dono del momento - con semplicità e fiducia, non facendo affidamento sui propri mezzi, sì da non arrivare ad illudersi di potersi salvare da soli! Non solo per i ricchi è difficile, ma per tutti, poiché nessuno è naturalmente disposto a mettersi nell'atteggiamento di semplice accoglienza del gratuito dono di Dio: imparare a ricevere, accogliere, fare spazio nel cuore e nella mente, lasciarsi riempire dall'Amore di Dio. Quello che può sembrare una scelta di passività nasconde una grandissima forza, una grandissima volontà. Questa è la povertà: liberarci da noi stessi, dai nostri schemi, dalle nostre dipendenze, dal nostro voler fare per salvarci da soli contando solo sulle nostre forze, e accogliere il tutto della vita come dono di Dio!

sabato 23 maggio 2015

Vangelo del giorno 24/05/2015

Gv 15,26-27;16,12-15
Lo Spirito di verità vi guiderà alla verità tutta intera.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Parola del Signore


Commento su Gv. 15,26-27

Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.

Gv. 15,26-27


Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.

16,12-15

Come vivere questa Parola?

È Pentecoste! È il tempo della Chiesa! È il tempo della testimonianza guidata dallo Spirito che continua ad insegnarci Gesù e a condurci alla Verità tutta intera: ci aiuta a dire Gesù nelle nostre situazioni, nei nostri problemi, diversi, anche se simili a quelli dei primi discepoli! Ci aiuta a trovare la Verità dentro il nostro cuore e farla diventare tutta intera in noi, per noi, nelle diverse situazioni della vita.

È il tempo del "nostro" oggi da credenti!

Che dono sentirci ripetere che non siamo soli nel nostro quotidiano, il Consolatore è con noi! Non c'è la faremmo, altrimenti! Non sapremmo portarne il peso!

E in tutto questo lo Spirito di Verità glorifica Gesù e il Padre, perché tutto è Suo e noi siamo suoi!

Vieni Santo Spirito, riempi il cuore dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del Tuo Amore! Vieni Santo Spirito, vieni per Maria il nostro Potente Aiuto!

venerdì 22 maggio 2015

Vangelo del giorno 23/05/2015

Gv 21,20-25
Questo è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e la sua testimonianza è vera.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

Parola del Signore


Commento su Gv 21,20-25

«Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere».

Gv 21,20-25

Come vivere questa Parola?

Siamo giunti ormai alla vigilia della solennità di Pentecoste! Ho cercato in questa settimana di fare insieme con il lettore un cammino di preparazione per giungere ben disposti ad accogliere l'effusione dello Spirito su ciascuno di noi in questo santo giorno.

Il testo odierno della Parola scelto, è anche la finale del Vangelo di Giovanni. L'Autore ci dice che «le cose compiute da Gesù» sono state moltissime e che «il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere». E del resto anche quelle cose che Gesù ci ha detto, e che sono state raccolte nei quattro Vangeli, non le abbiamo ancora assimilate in tutta la loro profondità, e molte di esse ci sfuggono ancora.

Ecco perché Gesù stesso, ben sapendo tutto questo, ci ha promesso di mandare il Suo Spirito ad insegnarcele.

«Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi [...]. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora con voi. Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto» (Gv 14,15-17; 25-26).

Mi soffermo solo per sottolineare il bel verbo che esprime l'azione dello Spirito dentro di noi: egli «vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto». Questo verbo è "ricordare" (dal latino recordor, ove si vede la radice cord (cuore) che esprime bene l'operazione dello Spirito nel riportare al cuore - e non solo nell'intelletto - tutto ciò che Gesù ci ha detto nel vangelo.
Auguro a me e a tutti voi, cari amici, di essere "dicibili" dallo Spirito Paraclito in questa sua opera specifica di riportare al nostro cuore tutto ciò che l'unico nostro Maestro ci ha insegnato. Intanto mi è caro formulare a tutti voi gli auguri fervidi di una santa Festa di Pentecoste!

Signore, che hai guidato il tuo popolo dall'antica alla nuova alleanza, concedi che, liberati dalla corruzione del peccato, ci rinnoviamo pienamente nel tuo Spirito. Amen.

giovedì 21 maggio 2015

Vangelo del giorno 22/05/2015

Gv 21,15-19
Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Parola del Signore


Commento su Gv 21,15-19

«Gesù disse a Simon Pietro: "Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci i miei agnelli". Gli disse di nuovo, per la seconda volta: "Simone, figlio di Giovanni, mi ami tu?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci le mie pecorelle". Gli disse per la terza volta: "Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?". Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: "Mi vuoi bene?". E gli disse: "Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene". Gli rispose Gesù: "Pasci le mie pecore [...]. E detto questo, aggiunse: "Seguimi"».

Gv 21,15-19

Come vivere questa Parola?

E' l'ultimo incontro di Gesù col suo Apostolo, dopo la Risurrezione, sempre sul lago di Tiberiade. E' la seconda chiamata di Pietro, anch'essa caratterizzata dal seguimi finale. L'ultima parola di Gesù a Pietro in questa seconda chiamata, è soltanto per chiedere e dare amore. Infatti, è proprio questa la differenza tra la prima chiamata di un Pietro novizio e la seconda di un Pietro più maturo. L'Apostolo ha raggiunto ormai una tale profondità nell'amore umile e generoso, che Gesù osa affidargli la custodia della sua Chiesa. D'altronde il Maestro glielo aveva predetto: «Simone, Simone, ecco, satana ha ottenuto di passarvi al vaglio come il grano. Ma io ho pregato per te, perché non venga meno la tua fede. E tu, quando sarai tornato, conferma i tuoi fratelli" (Lc 22,31-32). Pietro è stato salvato dalla preghiera di Gesù e dal suo sguardo pieno d'amore. «Allora il Signore, voltatosi, guardò dentro Pietro» (Lc 22,61). Uno sguardo carico di tenerezza e di amore.

E' dunque l'Amore grande del Cristo Risorto che interroga ora Pietro sull'Amore, facendo sgorgare in lui dinamismi segreti, più veri della sua presunzione e del suo tradimento. Gesù si manifesta ancora sul mare di Tiberiade, come salvatore dell'umanità di Pietro. Un'umanità che rischiava d'essere schiantata dal triplice rinnegamento, di essere frustrata e sfiduciata per il resto della sua vita. Gesù, invece, la riprende, la risveglia, la ricostruisce. Con l'ultima parola, (seguimi), che riconferma quella rivoltagli la prima volta, Gesù ha riedificato la vocazione di Pietro sulla sua natura più profonda, quella in cui l'anima ed il tocco dello Spirito Creatore si fondono in uno.

Grazie, Signore, per questo tuo Apostolo! Ci è così vicino, Pietro! La tua Parola, ancora una volta, ci aiuta a far chiarezza in noi, a purificare la nostra fede, a toccare con mano le nostre tante povertà e fragilità. 

«O Dio, nostro Padre, che ci hai aperto il passaggio alla vita eterna con la glorificazione del tuo Figlio e con l'effusione dello Spirito Santo, fa' che, partecipi di così grandi doni, progrediamo nella fede e ci impegniamo sempre più nel tuo servizio. Amen» .

mercoledì 20 maggio 2015

Vangelo del giorno 21/05/2015

Gv 17,20-26
Siano perfetti nell’unità.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

Parola del Signore


Commento su Gv 17, 20-26

«Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:" Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una cosa sola; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato».

Gv 17, 20-26

Come vivere questa Parola?

Il Vangelo odierno è ancora il cap. 17 di Giovanni, che ci riporta la celebre "Preghiera sacerdotale" di Gesù, o meglio ancora, il suo "Testamento Spirituale". Prima di tornare al Padre, Gesù sente il bisogno di aprire il suo cuore agli Apostoli per manifestare loro i segreti che giacciono nel profondo della sua anima. Il primo di questi ci tocca da vicino e fa balzare il nostro cuore di gioia e di esultanza. Gesù afferma con chiarezza: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola». Pertanto, io sono sicuro che Lui ha pregato anche per me durante la sua vita terrena; per te, caro fratello e sorella, e ciò ci deve commuovere nel profondo dell'anima: sapere che Gesù, prima di morire, ha pensato a me e ha pregato anche per me!

E qual è lo scopo fondamentale della preghiera di Gesù per ciascuno di noi? È quello dell'unità con Lui e con il Padre: «perché tutti siano una cosa sola; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi... perché siano perfetti nell'unità». Gesù ci vuole introdurre nella corrente infinita di Amore che scorre tra Lui e il Padre e lo Spirito Santo.

Preparandoci alla Pentecoste, chiediamo allo Spirito di potere essere immersi anche noi, secondo la preghiera di Gesù, nella corrente d'amore che fluisce dal Padre al Figlio e al Santo Spirito.

Venga, o Padre, il tuo Spirito e ci trasformi interiormente con i suoi doni; crei in noi un cuore nuovo, perché possiamo piacere a te e cooperare al tuo disegno di salvezza. Amen. 

martedì 19 maggio 2015

Vangelo del giorno 20/05/2015

Gv 17,11-19
Siano una cosa sola, come noi.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

Parola del Signore


Commento su Gv 17,11-19

"Consacrali nella verità. La tua parola è verità".

Gv 17,11-19

Come vivere questa Parola?

Ho timore che a volte, questa espressione di Gesù sia stata interpretata in modo semplicistico e sommario, tanto da arrivare a dire che chi crede in Gesù ha sempre ragione, su tutto e su tutti. Sembra stupido detta così, ma ci sono davvero molte persone che si dichiarano cristiane e sembra che questa loro professione di fede sia la giustificazione della loro intolleranza o di un senso di superiorità che provano nei confronti di persone di altre religioni, di altre culture. Non credo che Gesù pensasse questo, pregando e chiedendo al Padre questa nostra consacrazione nella verità. Gesù stesso non si è mai comportato come uno con la verità in tasca (e volendo poteva!!). Non ha spezzato la canna incrinata, non ha spento il lucignolo fumigante, non ha imposto dogmi e assiomi. Ai "giusti" che volevano eseguire la condanna a morte dell'adultera, ha chiesto di agire secondo coscienza, interpretando la legge di Mosè nella sua verità profonda, nella sua totalità. Essere consacrati nella verità di Dio, della sua Parola è ancora un appello a far spazio nella nostra umanità a quell'immagine di Dio in noi, per cui siamo fatti a sua somiglianza, per divenire in tutto uguali a lui. Consacrati nella verità è un altro modo per dire "santificati", per dire colmi del dono dello Spirito che ci fa muovere, esistere e vivere in Dio. Non è avere sempre ragione, ma cercare in tutto e in tutti quell'immagine di Dio, quell'impronta della sua sostanza che invoca, cerca di esprimersi e generare vita abbondante, per tutti, per sempre. Il compito, la missione di una vita.
Signore, donaci l'umiltà di accogliere la tua parola come dono che ci sovrasta, che va oltre le nostre intelligenze e ci apre alla misericordia

lunedì 18 maggio 2015

Vangelo del giorno 19/05/2015

Gv 17,1-11
Padre, glorifica il Figlio tuo.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».

Parola del Signore


Commento su Gv 17,1-11

"Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato".

Gv 17,1-11

Come vivere questa Parola?

Le parole dei discepoli che dichiarano l'onniscienza di Gesù, portano Gesù stesso, così ci racconta l'evangelista Giovanni, a pregare per quei "piccoli". Per Gesù, il fatto che i discepoli avessero capito e sapessero che in lui era la verità e che questa veniva dal Padre, è molto importante. Ma egli sa anche che questa adesione intellettuale a lui, non basta. È molto, ma va provata con la vita, con l'avversità. Egli sa che da lì a poco lo arresteranno, lo tortureranno e lo uccideranno. Allora prega, prega per i suoi, perché davanti a quegli orrori non desistano. La consegna della parola dal Padre a Gesù, da Gesù agli uomini è avvenuta e la consegna ha prodotto la fede. Ma questa dinamica va continuamente immersa nella realtà, va continuamente riprodotta e rafforzata: la preghiera di Gesù per i suoi li preparerà ad affrontare lo scandalo della croce e li aiuterà a riaccogliere, a riconoscere Gesù risorto.

Signore, noi siamo nelle tue mani, anzi siamo nelle parole della tua preghiera. Tu ci custodisci, in eterno proteggi le nostre menti che approdano alla verità e lasci che la sofferenza verifichi questa nostra adesione, ma non ci abbandoni. Ci vuoi con te, capaci di condividere la tua sapienza, la tua vulnerabilità e dalla nostra imperfezione accogli il desiderio di crederti, amarti e con te sperare.

domenica 17 maggio 2015

Vangelo del giorno 18/05/2015

Gv 16,29-33
Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».

Parola del Signore


Commento su Gv 16,29-33

"Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio".

Gv 16,29-33

Come vivere questa Parola?

Siamo arrivati, anche quest'anno, all'ultima settimana del tempo pasquale, la settimana che ci prepara alla solennità di pentecoste. Il tempo vola e ci lascia con l'impressione di non aver accolto con piena consapevolezza il dono di Dio in queste settimane. Proviamo a vivere la riflessione sui vangeli dei prossimi giorni come un possibile percorso di fede, per approfondire l'esperienza di amore di Gesù per noi e esprimere il nostro amore, la nostra disponibilità alla sua divina umanità.

Al termine dei discorsi della notte dell'ultima cena, Giovanni evangelista ci consegna una frase categorica dei discepoli, quelli stessi che poche ore dopo scapperanno impauriti e sfiduciati. Sembra, da queste parole, che abbiano riconosciuto Gesù come uscito da Dio e colmo della sua onniscienza. La parola di Gesù aveva colmato la loro sete di capire, erano ormai sicuri che egli avesse una risposta completa e soddisfacente per ogni questione. Aveva superato tutte le prove dei cosiddetti avversari, ma anche i dubbi che attraversavano il cuore e la mente degli amici erano completamente dissipati. Questa sicurezza "cognitiva" non li difende dallo sconcerto che proveranno nelle ore, nei giorni successivi. Davvero lì per lì sono dispersi e disperati. Ma è forte ed autentica l'esperienza che hanno fatto di lui: sono sicuri che egli venga da Dio. Non se l'aspettavano un attentato così violento da parte degli uomini a Dio stesso, non pensavano il male così possibile. Sarà l'apparizione di Gesù risorto, silente, pacifico vincitore del male e della morte a rincuorarli. Tornerà così alla loro memoria la sicurezza provata della sua parola, la certezza che egli ha davvero una risposta a tutte le questioni. Proveranno con maggior intensità che egli viene proprio da Dio. Intelligenza, emozioni e sentimenti si armonizzeranno e la fede nella persona di Gesù risorto diventerà segno indelebile impresso nella loro umanità e secondo questo segno muoveranno ogni loro nuovo passo.
Signore, la nostra mente cerchi di conoscerti sempre più e sempre meglio. La bellezza della tua sapienza senza confini non ci allontani dalla tua croce, dalla sofferenza che hai provato, superato e che non ha sminuito la tua onniscienza, ma l'ha dilatata oltre ogni campo del sapere.

sabato 16 maggio 2015

Vangelo del giorno 17/05/2015

Mc 16,15-20
Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Parola del Signore

venerdì 15 maggio 2015

Vangelo del giorno 16/05/2015

Gv 16,23-28
Il Padre vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio.
Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

Parola del Signore


Commento su Giovanni 16,23-28

In verità, in verità io vi dico: se chiedete qualcosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà
.

Gv 16,23-28


Come vivere questa parola?

Gesù sa che la sua passione è ormai vicino ma la sua preoccupazione è per i discepoli; cerca di infondere in essi coraggio e speranza, aiutandoli a pensare al dopo, alla gioia che seguirà la risurrezione. Fin d'ora non hanno pregato il Padre nel nome di Gesù ma la risurrezione li darà questo diritto e il Padre li risponderà. Con delicatezza Gesù sottolinea l'amore del Padre: "Non vi dico che pregherò per voi - perché non è necessario - il Padre vi ama". In altre parole Gesù-Risorto realizza la comunione di tutta l'umanità in Dio.

Il nostro amore per Lui si concretizza poi, nel credere, amare e accogliere Gesù, l'Inviato del Padre. Più entriamo in questa logica più ogni nostra preghiera e opera, gioia e sofferenza, è unita a quelle di Gesù come espressione dell'amore per Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo. Lo Spirito d'Amore regalato dal Risorto ci rende capace di comprendere e penetrare sempre di più il mistero di Dio nascosto in Gesù.

Nella mia pausa di contemplazione oggi, mi consola il nome di Gesù, nome che esprime tutto l'amore misericordioso della Trinità per me, per tutta l'umanità.

Signore Gesù, nel tuo nome chiedo al Padre l'apertura di mente e di cuore per credere, amare e accogliere te come il mio Salvatore, mio Re, il Signore che voglio seguire sempre in piena libertà di spirito.

giovedì 14 maggio 2015

Vangelo del giorno 15/05/2015

Gv 16,20-23
Nessuno potrà togliervi la vostra gioia.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

Parola del Signore


Commento su Gv 16,20-23

«Nessuno potrà togliervi la vostra gioia.»

Gv 16,20-23

Come vivere questa Parola?

Gesù, incoraggiando i suoi discepoli alla vigilia della sua passione, continua il discorso sull'afflizione che poi si cambia in gioia. Ricorre ad un paragone molto significativo e concreto: la donna quando partorisce, si trova nella sofferenza e nel travaglio, ma quando ha dato alla luce il bambino non si ricorda dell'afflizione, per la gioia che è venuto al mondo un uomo (cf Gv 16,21). Così anche i discepoli devono attraversare il momento doloroso della passione e morte del loro Maestro, ma poi si rallegreranno per la risurrezione e la loro gioia sarà piena e totale e nessuno la potrà togliere.

Anche per i cristiani il dolore rende possibile la gioia di una vita nuova: quella in Cristo Gesù risorto. Anche oggi il cristiano si rattrista per un mondo lontano da Dio, per le persecuzioni che tormentano i buoni, per le incomprensioni che li offuscano: ma essi sanno che tutto questo è transitorio, avendo la certezza che Dio è sempre presente e li aiuta a raggiungere il fine ultimo. 

La gioia del cristiano si sprigiona dove la vita è piena ed esplosiva, ma non è esente da prove e difficoltà, e sorge dalla consapevolezza che egli si sente amato da Dio e che ogni dolore può generare gioia, quando accettato e superato. Con la Parola di Dio e l'Eucaristia il cristiano attinge energie sempre nuove per alimentare la gioia.

O Spirito di Dio, riversa in me gioia e pace e alimenta sempre in me la speranza che dopo il "venerdì santo" mi attende sempre la "Pasqua di risurrezione"

mercoledì 13 maggio 2015

Vangelo del giorno 14/05/2015

Gv 15,9-17
Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Parola del Signore


Commento su Giovanni 15,9-17

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come ho amato voi.
Gv 15,9-17


Come vivere questa parola?
Oggi, la liturgia continua il tema dell'amore smisurato di Dio per noi; amore che noi sperimentiamo come una profonda gioia interiore. È una consapevolezza di appartenere a Dio, di essere amati e di amare, di essere abbracciati da un'energia capace di dissipare le tenebre del quotidiano.
Dal momento in cui prendiamo coscienza della nostra vita interiore non siamo mai soli; Dio è in noi nel suo mistero e nella sua bellezza; Egli fa sorgere dentro il cuore l'imperativo di amare anche gli altri, di condividere con tutti questo tesoro nascosto. Nell'amore del Padre e nella sua volontà misericordiosa, Gesù si è dato ai fratelli sino alla fine, fino alla morte di croce. Le sue parole di amarci a vicenda, si sono incarnate in opere concrete di amore e di solidarietà, in vera testimonianza di un Dio Padre che ha un progetto di amore per l'umanità intera.
Oggi come ieri Gesù continua a salvare, a portare avanti il progetto del Padre, offrendoci i doni pasquali di amore, di pace e di vita eterna.
Nella mia pausa contemplativa, oggi, cerco di cogliere nella mia vita i segni del circolo dinamico di vita e di amore che hanno inizio nel Padre, mi raggiungono in Cristo e si estendono poi a tutti i fratelli.

Signore Gesù, sei tu che ci comandi di amarci, quindi anche se questo è difficile, è sempre possibile con il tuo aiuto. Aiutami davvero ad amare tutti i fratelli, incominciando dai più vicini.

martedì 12 maggio 2015

Vangelo del giorno 13/05/2015

Gv 16,12-15
Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Parola del Signore


Commento su Gv 16,12-15

«Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità»

Gv 16,12-15

Come vivere questa Parola?

Lo Spirito che i discepoli riceveranno farà loro comprendere le profonde verità dette da Gesù e più profondamente ancora, farà loro comprendere la persona di Gesù che è "la Verità": essi riusciranno così a leggere la loro storia personale e quella del mondo i messaggi di Dio e i segni della sua presenza nel mondo

Lo Spirito rimane sempre con i discepoli, li rende capaci di vedere la realtà con gli occhi di Gesù, di seguire con amore e fortezza il suo esempio, li mette in guardia contro lo spirito di menzogna, svelandone le trame nefaste e ingannatrici. 

I santi, docili alla luce dello Spirito, sono la dimostrazione concreta della Sua presenza e della Sua efficacia nella loro esistenza, provocando meraviglia e stupore per le realizzazioni compiute.
Vieni, o Spirito di verità, e illumina la mia mente e il mio cuore, perché possa avvicinarmi a Dio e ai fratelli in purezza e amore.