mercoledì 17 giugno 2015

Vangelo del giorno 18/06/2015

Mt 6,7-15
Voi dunque pregate così.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Parola del Signore







Commento su Mt 6, 7-15

"Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro..."

Mt 6, 7-15

Come vivere questa Parola?

Perché sprechiamo parole nella preghiera? I motivi possono essere molti: ci è stato insegnato a pregare solo con lunghe formule, usiamo parole di altri perché non ci fidiamo delle nostre che ci sembrano poco credibili o addirittura troppo semplici per essere accettate da Dio.

Oppure ci pare di non aver detto abbastanza, di non aver spiegato bene la nostra situazione al Signore, di dovergliela rammentare spesso e con forza altrimenti si dimentica di noi.

Sono veramente tanti i motivi che ci portano a sprecare parole convinti di venire ascoltati a forza di parole.

Se ci pensiamo bene gli atteggiamenti sopra descritti hanno due possibili radici: la nostra ansia e la nostra naturale sfiducia nell'amore di Dio. L'ansia ci fa entrare in un circolo di dubbi, timori e scrupoli come "Non ha pregato abbastanza". La sfiducia ci porta a ricordare ogni momento al Signore la causa di cui si deve occupare ( e a volte gli suggeriamo anche il "come" se ne deve occupare). Ci fa dimenticare le parole di Gesù: " Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate."

Capiamo che qualcosa non funziona nella nostra preghiera quando ci accorgiamo che non ci dà pace e che al contrario alimenta continuamente le nostre ansie a paure.

La preghiera non solo purifica e guarisce i cuori ma deve assere a sua volta guarita dalle sue malattie che però hanno una origine profonda, si legano alla nostra psiche spesso fragile e insicura.

Gesù inizia allora a proporci una via, la preghiera del Padre Nostro: è una preghiera che può essere pregata da cristiani e non, che più che una formula è un modo di leggere la realtà, di comprendere ciò per cui conta vivere e lottare, ciò su cui dobbiamo fermare l'attenzione. Una preghiera che però ha una condizione fondamentale perché venga pregata nella verità: il perdono. Il perdono invera le nostre parole. Se esso viene a mancare la nostra preghiera non solo rischierà di sprecare parole ma soprattutto di essere svuotato dell'amore che deve abitarla.

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