mercoledì 3 giugno 2015

Vangelo del giorno 04/06/2015

Mc 12,28-34
Non c’è altro comandamento più grande di questi.

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Parola del Signore


Commento Marco 12,28-34

Dalla Parola del giorno
Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo comandamento è questo: amerai il prossimo tuo come te stesso.

Come vivere questa Parola?
Gesù sintetizza qui tutta la Legge e i Profeti e individua con chiarezza quella che è sostanzialmente la volontà di Dio per l'uomo di tutti i tempi, dunque anche per noi.
Una prima sottolineatura emerge da quanto è detto da un grande pensatore francese: Lacordaire. Egli, proprio a proposito di queste parole dice: "Uno solo è il più profondo bisogno dell'uomo: quello di amare. E uno solo è il comandamento di Dio nei suoi confronti: ama Dio e il prossimo".
Un'altra sottolineatura: Gesù non parla di due comandamenti, ma di uno solo. Dice infatti: "Non c'è altro comandamento più importante di questo". In effetti è così: il Signore non coarta la nostra natura con una legge che sia gravosa e contraria alla sua inclinazione di fondo.
Amando Dio e il prossimo, siamo chiamati a far morire l'egoismo che è la parte inautentica, la parodia di noi stessi. E inoltre: non si tratta di amare Dio escludendo il prossimo o di amare il prossimo escludendo Dio: il comando è unico. AMARE colui che è l'Amore perché ci consenta di amarci reciprocamente: ce ne dia la forza. Una realtà innesca l'altra, inseparabilmente.

Oggi, nel mio rientro al cuore, ne ascolterò, in una pausa di silenzio, le esigenze - aspirazioni di fondo.

E pregherò: Aiutami, Signore, a uscire dall'inganno che è esigere di amare invece che impegnarmi, in gratuità, ad amare. O Tu che mi hai amato fino a dare la vita per me, fa' che ti ami sopra ogni cosa e trovi in te la forza, di donarmi amando i fratelli.

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