lunedì 30 marzo 2015

Vangelo del giorno 31/03/2015

Gv 13,21-33.36-38
Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».

Parola del Signore.


Commento su Giovanni 13,21-33.36-38

Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!
Gv 13,21-33.36-38


Come vivere questa Parola?

Sono le porte del cenacolo che si aprono quest'oggi davanti a noi. Gesù è seduto a mensa tra i suoi ma il suo sguardo tradisce un interiore turbamento. Il suo parlare si è fatto grave e, per chi lo ascolta, inquietante: "Uno di voi mi tradirà... Ancora per poco sono con voi... Dove vado io voi non potete venire". Quelle parole ne riecheggiano altre con cui aveva tentato di preparare gli apostoli a quell'ora. La reazione non è dissimile: un silenzio carico di paura, un non voler sapere, un non voler capire...

È Pietro, che con la solita irruenza, interviene vivacemente: "Perché non posso seguirti? Darò la mia vita per te!". Nel suo sincero amore può tollerare tutto, ma non la separazione dal Maestro. E la risposta gli esce spontanea, più dal cuore che dalle labbra. Sono quei momenti di fervore che tutti conosciamo.

Ma poi, quando l'amore presenta il suo volto esigente, chiedendo una presa di posizione ben definita, è facile scivolare nel compromesso e di qui, anche nel rinnegamento.

Dio ci ama non perché siamo amabili, ma noi siamo amabili perché lui ci ama. È il suo sguardo a renderci preziosi ai suoi occhi: quello stesso sguardo che si è posato con uguale intensità su Pietro dopo il rinnegamento e su Giovanni che stava ai piedi della croce, e che oggi raggiunge noi lungo i sentieri della nostra vita.

Voglio lasciarmi guardare da Gesù, quest'oggi, voglio lasciare che il suo sguardo incroci il mio. Voglio prestare attenzione a ciò che mi sta sussurrando: tu sei prezioso ai miei occhi!

Mio Dio, dov'è ancora il mio peccato? Quel peccato che mi chiudeva e impigriva? Al suo posto scopro solo l'amore che l'ha sommerso e che continua a ripetermi: rimani nel mio amore!

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