Gv 8,21-30
Avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono. | |||
Commento su Giovanni 8,21-30 Se non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati. Gv 8,21-30 Come vivere questa Parola? Quell' IO SONO è espressione altissima. Non significa certo (come in altri contesti) io esisto. O almeno trascende di molto questo significato. Attenzione! "Io sono" è il nome che Dio stesso rivela di sé a Mosè sull'Oreb quando gli parla dal roveto ardente. Nell' Io sono pronunciato adesso da Gesù c'è il coincidere pienamente dell'essere con l'esistere che in un solo fiotto di vita sorgiva scaturisce da Colui che, pur avendo assunto la natura umana con tutto ciò che essa comporta, è persona divina. In questo avvicinarsi alla settimana santa, tempo per eccellenza di salvezza là dove un credente vive ciò che crede, com'è importante lasciar risuonare in noi questa parola vertice di luce rispetto a Gesù. Io sono può avere il predicato nominale, certo anche nei suoi riguardi. Io sono la luce del mondo Io sono l'unigenito del Padre Io sono colui che ama di un amore eterno Io sono la resurrezione e la vita. Tutte denominazioni vere, altissime e rivelative. Ma quando Gesù dice di sé semplicemente Io sono, ci fa sfiorare la sua divinità, il suo mistero ineffabile che supera la nostra possibilità d'intendere e nello stesso tempo la esalta, chiamandola all'adorazione. Signore Gesù, Verbo incarnato tra le umane tenebre del nostro peccato, Astro divino in cui la pienezza dell'essere coincide con la pienezza di un'esistenza integra e amante, illumina il nostro cammino, rendici capaci di vivere anche le umili realtà quotidiane nella gioia dell'adorazione. |
lunedì 23 marzo 2015
Vangelo del giorno 24/03/2015
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