lunedì 23 marzo 2015

Vangelo del giorno 24/03/2015

Gv 8,21-30
Avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

Parola del Signore


Commento su Giovanni 8,21-30

Se non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati.
Gv 8,21-30


Come vivere questa Parola?

Quell' IO SONO è espressione altissima. Non significa certo (come in altri contesti) io esisto. O almeno trascende di molto questo significato. Attenzione! "Io sono" è il nome che Dio stesso rivela di sé a Mosè sull'Oreb quando gli parla dal roveto ardente.

Nell' Io sono pronunciato adesso da Gesù c'è il coincidere pienamente dell'essere con l'esistere che in un solo fiotto di vita sorgiva scaturisce da Colui che, pur avendo assunto la natura umana con tutto ciò che essa comporta, è persona divina.

In questo avvicinarsi alla settimana santa, tempo per eccellenza di salvezza là dove un credente vive ciò che crede, com'è importante lasciar risuonare in noi questa parola vertice di luce rispetto a Gesù.

Io sono può avere il predicato nominale, certo anche nei suoi riguardi.
Io sono la luce del mondo
Io sono l'unigenito del Padre
Io sono colui che ama di un amore eterno
Io sono la resurrezione e la vita.

Tutte denominazioni vere, altissime e rivelative. Ma quando Gesù dice di sé semplicemente Io sono, ci fa sfiorare la sua divinità, il suo mistero ineffabile che supera la nostra possibilità d'intendere e nello stesso tempo la esalta, chiamandola all'adorazione.

Signore Gesù, Verbo incarnato tra le umane tenebre del nostro peccato, Astro divino in cui la pienezza dell'essere coincide con la pienezza di un'esistenza integra e amante, illumina il nostro cammino, rendici capaci di vivere anche le umili realtà quotidiane nella gioia dell'adorazione.

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