Mt 20,17-28
Lo condanneranno a morte. | |||
Commento su Mt 20, 17-28 Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Mt 20, 17-28 Come vivere questa Parola? Questo quadretto semi familiare è molto curioso. Si intrecciano desideri, volontà, possibilità, al punto che le buone intenzioni che si intravedono nei protagonisti, si colorano negativamente e si scontrano tra loro. Stona la mamma che va a chiedere per i figli, ma non è detto che fosse solo ambiziosa. Forse, discepola anche lei, aveva visto nei figli la capacità di seguire Gesù davvero fino in fondo e si fa presso Gesù interprete di questa loro disponibilità. Tanto che Gesù non è che la sgrida, semplicemente, ma si rivolge anche ai figli e dal piano del "volere" passa a quello del "potere". "Siete in grado di bere il calice...?", incassando il loro entusiasta "sì". Lo sdegno degli altri dieci manifesta invece, oltre il buon senso o un po' di perbenismo, anche la loro ipocrisia e forse la loro invidia. Un po' come quello del fratello maggiore nella parabola del padre misericordioso. Le parole finali di Gesù sono per tutti. Il potere, l'autorità che si fa servizio, che si fa sacrificio, che si mette a disposizione dell'altro è il potere, l'autorità che vale. Signore, aiutaci a tradurre la parola "potere" in "essere in grado di bere al tuo calice". Aiutaci a desiderare di essere potenti perché responsabili, capaci di stare accanto agli altri per aumentare il loro potere, la loro capacità di prendersi cura della vita, del mondo, della storia. |
martedì 3 marzo 2015
Vangelo del giorno 04/03/2015
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