mercoledì 4 marzo 2015

Vangelo del giorno 05/03/2015

Lc 16,19-31
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Parola del Signore


Commento su Lc 16,19-31

«Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti».
Lc 16,19-31


Come vivere questa Parola?

Il vangelo di oggi ci presenta due figure significative per la nostra vita cristiana. Il povero Lazzaro, e il ricco epulone (senza nome). Lazzaro è consapevole della sua miseria e della sua dipendenza da Dio e dagli altri e si mette presso la porta del ricco sperando di ottenere qualcosa e dando al ricco la possibilità di aiutarlo. 

Il ricco invece è indifferente e cieco di fronte al povero che giace davanti alla porta: è troppo concentrato su di sé, appesantito dalle ricchezze, non si interessa dei poveri, non usa misericordia, si chiude nel suo piccolo mondo e scava un abisso tra sé e gli altri.

La morte di ambedue mette in evidenza le conseguenze dei loro atteggiamenti nella vita terrena: Lazzaro è consolato e vive felice, il ricco epulone è tormentato dai suoi mali, dalla sua solitudine e dall'impossibilità di colmare il vuoto da lui stesso creato col suo egoismo.

Aiutami Signore a condividere i beni terreni, a essere mai indifferente e insensibile di fronte alla povertà materiale e spirituale del mio prossimo

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