giovedì 26 marzo 2015

Vangelo del giorno 27/03/2015

Gv 10,31-42
Cercavano di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

Parola del Signore


Commento su Giovanni 10,31-42

Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?
Gv 10,31-42


Come vivere questa Parola?

La controversia da parte dei capi nei confronti di Gesù si arroventa sempre più di minacce al punto che i Giudei (e non solo gli altolocati) stanno per lapidarlo. La reazione di Gesù dovrebbe essere disarmante perché, con l'ironia pacata degli onesti e intelligenti, egli ricorda loro di aver compiuto "molte opere buone" davanti ai loro occhi e, dunque, per quale sua opera buona decidono di lapidarlo? È come togliere loro la maschera con un gesto di rapida innocente e coraggiosa destrezza. Loro reagiscono appigliandosi alla protervia della loro incredulità. Non lo lapideranno per nessuna opera da lui compiuta ma per ciò che essi reputano la bestemmia per eccellenza: professarsi "Figlio di Dio". E il suo argomentare è così serrato e veritiero che lo porta ad affermare il cuore del suo mistero altissimo, divino: Il Padre è in me - Egli dice - e io sono nel Padre. Confermerà poi con un'altra espressione rivelativa: "Il Padre e io siamo una cosa sola". "Cercarono allora nuovamente di prenderlo - dice il testo - ma egli sfuggì dalle loro mani".

La scena è rapida e il protagonista vincente. In questa occasione come in altre, Gesù sceglie la libertà e la realizza immediatamente: col potere del suo essere Dio, altro che uomo! E questo rivela ancora più a fondo che, quando lo cattureranno per metterlo a morte, sarà lui in piena libertà e volontà d'amore, a scegliere che ciò avvenga.

Tu, Signore, l'innocenza senz'ombra, la libera onnipotenza, sceglierai di consegnarti agli sgherri quando tu e il Padre lo vorrete. E io - dentro le scelte del tuo volere, ti conosco sempre più, ti ammiro, ti amo, ti ringrazio.

Nessun commento:

Posta un commento