venerdì 13 marzo 2015

Vangelo del giorno 14/03/2015

Lc 18,9-14
Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore


Commento su Luca 18,9-14

Il pubblicano tornò a casa giustificato a differenza del fariseo.
Lc 18,9-14


Come vivere questa Parola?

Non tutti i farisei erano come quello che Gesù presenta in questa parabola; però indubbiamente succedeva spesso che quel tipo di persone coincidesse con quel tipo di fariseo descritto da Gesù. 

L'arroganza, la presunzione, la prepotenza, il disprezzo degli altri: tutto è fissato con arte e profonda verità nella descrizione del modo di porsi durante la preghiera. Eccolo lì: ritto davanti a Dio, quassi ponendosi alla pari con Lui. Nel cuore poi affonda se stesso con un giudizio del tutto negativo sul conto del povero uomo che, come lui, è venuto a pregare. 

Per il fariseo infatti gli altri sono tutti "ladri ingiusti adulteri". Eppure questo pubblicano che, per la mentalità di allora voleva dire uomo di cattiva fama, riprovevole da un punto di vista etico e civile, si comporta, nella parabola, in tutt'altro modo.

Già quel suo fermarsi a distanza con aria dimessa, quel suo battersi il petto esprimono anche esteriormente ciò che gli passa in cuore. Prima di tutto eccolo dichiararsi peccatore: esattamente l'opposto di quello che dice di sé il fariseo.

L'icastica descrizione che Gesù fa dei due atteggiamenti (quello del fariseo e quello del pubblicano) sono così efficacemente opposti da impegnarmi a prendere posizione. Non si tratta solo di dichiarami per chi è autentico nella preghiera perché in essa ha il coraggio di esporre la verità della propria vita. Si tratta inoltre di chiedere per me uno stesso impegno di limpidezza interiore e dunque anzitutto il pentimento di quanto c'è di negativo nella mia vita. Non certo con scoraggiato pessimismo ma con sempre viva fiducia in Colui che è per essenza misericordia perdono amore senza confini.

Signore Gesù, demolisce in me il fariseo che tenta sempre di inquinarmi esistenzialmente, fammi "vero" della tua verità che è anzitutto atteggiamento positivo verso il prossimo.

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