domenica 8 novembre 2015

Vangelo del giorno 09/11/2015

GV 2,13-22
Parlava del tempio del suo corpo.

Dal Vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Parola del Signore


Commento su Gv. 2,13-22

"Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato"

Gv. 2,13-22

Come vivere questa Parola?

La Parola qui è forte condanna di una mentalità e di un modo di agire che provocano lo sdegno di Gesù. Pur collocati nel tempo e nella società del periodo che Gesù passò qui in terra, sono sempre attuali.

Ciò che Gesù ha in abominio è l'equivocare: porre sullo stesso piano il denaro con le chiassate, l'aspetto efficientistico della vita e ciò che è sacro.

Anzi, peggio! Servirsi di ciò che è sacro (manifestazione alta dell'" essere") per impinguare meglio le tasche di roba e denaro, senza accontentarsi mai.

Quando il tempio, a prezzo di sacrifici, era stato eretto, gli Israeliti lo frequentavano per esprimere al Dio vivente la loro fede: era dunque luogo di preghiera, di culto. Non altro.

Poi la relazione tra Israele e Dio si venne deteriorando, a misura della crescita del benessere materiale. Gli interessi legati ai soldi e alla banalizzazione della vita presero il sopravento.

In effetti è la storia di tutti i tempi e di tutti i popoli che ci fa approdare a questa costatazione: non solo si trascura la pratica religiosa ma si giunge perfino a servirsi della Religione per far prosperare i propri interessi. Non a caso abbiamo avuto modo di apprezzare il coraggio di Papa Francesco che ha denunciato apertamente questo male anche dentro la Chiesa.

Ecco, Casa di Preghiera e non mercato è il tempio santo di Dio per un popolo che cerca Lui.

E com'è bello ricordare che questo tempio è anche ciascuno di noi, fatto a immagine e somiglianza di Dio. Qui è la nostra dignità come quella di ogni uomo che vive al mondo.

Grazie, Signore mio e Dio mio! Io sono per grazia, tuo tempio. Non permettere che l'avidità di possedere denaro e roba prevalga nella mia vita fino a distruggerne la sacralità. Fa' che, in quel tempio del mio Dio che sono io, anzitutto rispetti la priorità di spazi di preghiera per una vita degna di questo nome. Solo in secondo luogo, gli interessi economici - nella misura giusta e nel giusto modo - abbiano la mia attenzione.

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