Mc 1,21-28
Insegnava loro come uno che ha autorità. | |||
Commento su Marco 1,21-28 Erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Mc 1,21-28 Come vivere questa Parola? Lasciarsi afferrare dalla persona di Cristo: ecco dove ha inizio l'identità del cristiano. Nel fascino di uno che, oggi come ieri e come domani, esercita una forza che è autorità. Ed è talmente una forza interiore l'autorità che si differenzia dal potere proprio in questo. Chi ha autorità (e qui s'intende ovviamente autorità come autorevolezza) è capace di persuadere al bene e di orientare gli altri a ciò che è giusto. Chi invece ha potere (fosse pure un'autorità anche riconosciuta in campo civile e forse anche ecclesiastico) e si serve del potere solo per i propri interessi, danneggia il prossimo e, a lungo andare, anche se stesso. Sì, perché vivere è dare gloria a Dio servendo con amore i fratelli. Diversamente la vita è menzogna: un vero disastro! Ecco, il vangelo odierno che ha per centro quell'imperioso comando di Gesù al demonio: "Taci, esci!" esplicita pienamente l'autorevolezza di Cristo Signore che, con due soli verbi, libera l'indemoniato dal potere del maligno. Sì, in qualche misura, anche il cristiano è chiamato ad essere autorevole, cioè "vero", "autentico" in tutto quello che pensa, dice, fa. Là dove vivo come casalinga o impiegato, o scrittore, o medico o geometra o altro, sono autorevole se compio bene serenamente e per amore quello che faccio. Non permettere, Signore, che io eserciti il potere da egoista-tiranno. Né sui bambini, né suglli anziani, né sulla moglie o il marito, o sul cane o sul gatto. Rendimi autorevole perché capace della gioia di amare. |
sabato 31 gennaio 2015
Vangelo del giorno 01/02/2015
venerdì 30 gennaio 2015
Preghiera dettata da Gesu’ a Maria Valtorta per i defunti
Preghiera dettata da Gesu’ a Maria Valtorta per i defunti
Recitiamo con fede ed amore questa preghiera per nove giorni consecutivi, grande aiuto riceveranno i nostri cari defunti in Purgatorio.
Per il Sacrificio del tuo Sangue, per le lacrime di Maria, per i meriti di tutti i santi, apri il tuo Regno ai loro spiriti.
O Madre, il cui strazio ebbe termine nell'alba pasquale davanti al Risorto e la cui attesa di riunirti al tuo Figlio cessò nel gaudio della tua gloriosa Assunzione, consola il nostro dolore liberando dalle pene coloro che amiamo anche oltre la morte, e prega per noi che attendiamo l'ora di ritrovare l'abbraccio di quelli che perdemmo.
Martiri e Santi che giubilate in Cielo, volgete uno sguardo supplice a Dio, uno fraterno ai defunti che espiano, per pregare l' Eterno per loro e per dire a loro: ' Ecco, la pace si apre per voi.'
Diletti a noi cari, non perduti ma separati, le vostre preghiere siano per noi il bacio che rimpiangiamo, e quando per i nostri suffragi sarete liberi nel beato Paradiso coi santi, proteggeteci amandoci nella Perfezione, a noi uniti per la invisibile, attiva, amorosa Comunione dei Santi, anticipo di quella Perfetta riunione dei 'benedetti' che ci concederà, oltre che di bearci della vista di Dio, di ritrovare voi quali vi avemmo, ma fatti sublimi dalla gloria del Cielo".
Vangelo del giorno 31/01/2015
Mc 4,35-41
Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono? | |||
Commento su Marco 4, 35-41 "Lo presero con sé, così com'era, nella barca" Mc 4, 35-41 Come vivere questa Parola? Prendere Gesù così com'è, nella barca della propria vita. Ma com'è Gesù secondo versetti del vangelo odierno? Si presenta come uno che dorme mentre i suoi discepoli sono presi dal panico. Nello stesso tempo però è uno che si sveglia al momento giusto e ha forza di calmare la potenza del mare in tempesta. Infine è uno che mette le persone davanti alle proprie paure e gli rivela il loro deficit di fede. Questi in pochi e veloci tratti alcune delle caratteristiche di Colui che possiamo decidere di prendere nella barca delle nostra esistenza che a volte sembra imbarcare acqua o addirittura affondare. Se lo facciamo dobbiamo accettare il Signore così com'è, un Signore che talvolta pare dormire un sonno profondo, incurante delle nostre sofferenze, fatiche e timori ma che è venuto con noi sulla barca e ci è rimasto. Un Signore che non ci toglie la sensazione di sentirci perduti ma può stupirci con la forza della sua parola, che può far tacere le nostre agitazioni ma che ci chiede anche di curare le nostre paure con la fiducia. Forse con troppa facilità ci dimentichiamo che proprio le nostre paure sono lo "spazio" della fede. Gesù ci insegna a partire dal suo comportamento, dal suo dormire, che Lui sta dentro le difficoltà con la fiducia del figlio verso il Padre. La paura la vive nella fiducia. Non possiamo impedirci di avere paura quando la vita ci porta al largo, senza appigli e al buio, ma possiamo decidere di viverla nello stesso modo di Gesù, da figli che si fidano del Padre. Cristo che è sulla nostra barca ci aiuterà a farlo. Voglio accoglierti nella mia barca così come sei Signore, perché proprio così come sei mi salvi. Posso avere paura, posso cadere nel panico, ma poi mi ricordo che tu ci sei sulla mia barca e tieni a me. Allora mi metto nella tue mani e mi fido. Mi fido. |
giovedì 29 gennaio 2015
Vangelo del giorno 30/01/2015
Mc 4,26-34
L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. | |||
Commento su Marco 4, 26-34 "A cosa possiamo paragonare il regno di Dio....E' come un granello di senape che quando viene seminato sul terreno è il più piccolo di tutti i semi sono sul terreno ma quando viene seminato cresce..." Mc 4, 26-34 Come vivere questa Parola? Dio (e il suo agire nella storia "da Signore") ha deciso di sottostare ai criteri della terra e del tempo: si fa piccolo "seme" che occupa poco spazio, si lascia sotterrare dove nessuno lo vede, attraversa tutte le tappe di maturazione sapendo che qualcuno, una volta giunto il momento della mietitura, raccoglierà il frutto del suo lavorio nascosto. Dio si fida del fatto che una persona metterà mano alla falce e saprà riconoscere il valore di quel raccolto. Si fida del passare del tempo a cui si consegna: sa che il tempo è amico della verità. Non teme di farsi piccolo perché ha fiducia in se stesso, nella sua opera e dunque non ha bisogno di apparire a tutti i costi, di farsi grande. Ma ha anche fiducia nell'uomo, nella sua capacità di scovare il tesoro della sua vita. Quando poi diventa "una pianta dell'orto" non lo fa per vantarsi ma perché l'ampiezza delle sue foglie e dei suoi rami può diventare riparo e riposo per "gli uccelli del cielo", per le nostre stanchezze. Lo stile del Signore è proprio bello e consolante perché è lo stile di chi non vive nella paura, nella brama di affermare se stesso, di chi teme lo scorrere del tempo. É lo stile di chi è in pace con se stesso, la terra, lo scorrere dei giorni, la piccolezza, gli uomini. Forse è per questo che facciamo fatica ad entrare nella logica di Dio: il suo stile non è il nostro. Noi fatichiamo ad accettare il tempo che passa, fatichiamo ad accettare il limite. Abbiamo una autostima così bassa a volte da voler apparire grandi agli occhi degli altri per darci un tono. Cerchiamo la grandezza non per servire ma per farci servire. Ecco perché non possiamo comprendere Dio. Allora guardiamo al seme che ha tanto da insegnarci: in esso vive la vita, vita che ha i suoi ritmi e le sue tappe da attraversare. É piccolo ma fatto per sfamare molti, non sta a guardare cosa fanno gli altri semi ma permette alla terra e alla natura di lavorarlo e di trasformarlo. Così diventa buon cibo. Aiutami Signore a vivere come il piccolo seme che non forza la sua natura ma cresce e matura nel tempo. Aiutami a rimanere nascosto quando devo essere tale ma anche a uscire con coraggio quando mi chiami a dare frutto. E soprattutto aiutami a vivere con serenità il tempo che mi porta a crescere e a maturare secondo il tuo cuore. |
mercoledì 28 gennaio 2015
Vangelo del giorno 29/01/2015
Mc 4,21-25
La lampada viene per essere messa sul candelabro. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. | |||
Commento su Marco 4, 21-25 "Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più." Mc 4, 21-25 Come vivere questa Parola? Davanti al dono di Dio, a quanto Lui rivela all'uomo, ai "segreti" che condivide con noi, non ci si può limitare ad essere semplici "contenitori" passivi. Ci vogliono ascolto profondo e apertura di cuore: queste sono le caratteristiche che dicono la dedizione, la misura, la larghezza d'animo con cui vogliamo accogliere, capire e ridonare quanto ricevuto. Quante volte abbiamo sentito dai nostri insegnanti la classica frase: "Non ti applichi" che equivaleva a dire " sei disinteressato, quello che viene detto in classe per te non è importante". Ecco: Gesù chiede a noi una vita che si applica non nel senso del tanto fare, dell'attivismo, ma che si applica nella disponibilità, nell'attenzione, nella dedizione. Una vita attiva perché ha orecchi per ascoltare e ascolta, perché coltiva dentro di sé quell'amore che le fa dire sì alle diverse chiamate di Dio nei vari tempi della nostra esistenza. Questo permette al recipiente del nostro cuore di dilatarsi e di poter accogliere sempre più i doni di Dio perché il Signore non lesina grazia là dove trova spazi aperti alla sua presenza, là dove appunto trova attenzione e dedizione, disponibilità al sì. Al contrario si ritira dove incontra avarizia e chiusura, dove manca il sì o si tentenna troppo preoccupati di se stessi. Il discepolo non può essere uno troppo preoccupato di sé perché questo ha il potere di spegnere la luce che Cristo ha acceso in lui. É proprio come mettere la lampada sotto il letto e lasciare al buio non solo se stessi ma anche chiunque il Signore ci abbia messo accanto. Quando mi preoccupo troppo di me e penso più a quello che mi manca che a quello che invece posso ricevere da te, mi spengo Signore. Perdo la gioia e la speranza, divento apatico, inizio a calcolare ogni cosa. Svegliami per bene allora perché torni ad applicarmi nell'ascoltarti, nel pregarti, nel dedicarmi con tutto me stesso a ciò che conta. |
martedì 27 gennaio 2015
Vangelo del giorno 28/01/2015
Commento su Marco 4,1-20 Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate!» Mc 4,1-20 Come vivere questa Parola? Un verbo impegnativo apre e ritorna più volte nel capitolo delle parabole sui semi e sulla terra che li accoglie: ascoltare . L'ascolto implica quel "tendere orecchio alla parola", l'invito che ci è stato già rivolto in questi giorni; coinvolge non solo la capacità di udire da parte di chi ascolta, ma anche il comprendere con la mente, l'accogliere con il cuore, il mettere in pratica nella semplicità del vissuto quotidiano. Perché è lì che l'ascoltatore viene raggiunto dall'insegnamento autorevole di Gesù, dalla dottrina semplice espressa in parabole, dall'imperativo che non vuol comandare ma esortare: "Ascoltate" Solo dall'ascolto attento infatti si potrà arrivare a prendere una posizione di fronte al racconto apparentemente semplice ma comprensibile solo a coloro che hanno orecchi capaci di ascoltare e di comprendere, gli occhi limpidi per vedere, volontà pronta a convertirsi, coloro che sono "terra buona"! È proprio questa la condizione necessaria perché la parabola ~ l'insegnamento abbia effetto...e porti frutti: essere "terra buona". Difatti, sia il racconto della parabola sia la sua spiegazione precisano la diversità del terreno su cui il seminatore getta il seme. Il seme è buono, tutto; capace di fruttificare. Dipende dal terreno, dalla sua capacità di riuscire ad accogliere nel proprio grembo quel seme buono, avvolgerlo con il necessario calore e umidità, proteggerlo dalle insidie temporali, dai pericoli che possano ostacolare la crescita e la maturazione del seme una volta spuntato. L'invito ad ascoltare allora diventa innanzitutto una sollecitazione ad avere cura del terreno della nostra vita affinché sia sempre più terra buona. Terra buona, non uno sterrato sul quale è facile calpestare ogni tentativo di bene; terra sgombra dai sassi che impediscono la crescita libera del seme; terra ripulita dai rovi spinosi che potrebbero soffocare anche le pianticelle già grandi. Terra buona, che accoglie il buon seme della Parola, seminata dal buon Seminatore; e porta buoni frutti. Ma tu Signore fa' di me la terra buona. Tu coltivami e semina nel cuore la parola. Signore fa' di me la terra buona fammi crescere e portare il frutto della Tua parola in me. |
lunedì 26 gennaio 2015
Vangelo del giorno 27/01/2015
Mc 3,31-35
Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre. | |||
Commento su Marco 3, 31-35 "Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre". Mc 3, 31-35 Come vivere questa Parola? Non basta ascoltare la volontà di Dio nella sua Parola, non basta conoscerla, non basta parlarne, bisogna farla per poter sentire rivolte a se stessi le parole di Gesù. Bisogna praticarla come e quanto ci è possibile, dopo averla cercata, compresa, abbracciata. Se questo avverrà potremo dirci non solo fratelli o sorelle di Gesù, ma addirittura madri. Madri perché lo custodiremo in cuore, lo accoglieremo in grembo, nella nostra carne per la fede, e lo partoriremo al mondo. Sarà per noi la cosa più cara come un figlio lo è per la madre, avvertiremo un legame inscindibile che nessun peccato o situazione potrà annullare. Lo porteremo in noi nella gestazione della riflessione e della preghiera ma poi non lo terremo più per noi. Come per Maria, Gesù cresce nel nostro "grembo" perché sia condiviso, donato. E questo avviene nella misura in cui la sua Parola diventa carne della nostra carne, come lui è divenuto carne in Maria. Diventa gesti, parole, sguardi. La nostra parentela con Cristo è un legame che non è mai fermo o uguale a se stesso. Non si fonda sul sangue ma sull'amore e cresce nella misura in cui l'amore è praticato. Mi immagino Signore il tuo sguardo su di me e quanto vorrei che tu mi vedessi come sorella, fratello, madre. Fatico spesso a conoscere la tua volontà o a seguirla ma so che se mi affido a te nella mia incapacità e ti cerco con cuore sincero, dalla tua misericordia tutto posso sperare. |
domenica 25 gennaio 2015
Vangelo del giorno 26/01/2015
Lc 10,1-9
La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai. | |||
Commento su Luca 10,1-9 La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Lc 10,1-9 Come vivere questa parola? Oggi, nel Vangelo vediamo la passione di Gesù per salvarci. Egli è venuto nel mondo per salvare tutti quanti gli uomini, offrendo la possibilità della vita eterna ad ogni persona. Vede davanti a sè la messe del mondo; vede quante persone diventano discepoli e si mettono a coinvolgere i fratelli nella grande avventura della fede. Purtroppo, vede anche tanti che non hanno nessuno che spezza il pane della parola per loro e così rimangono nelle tenebre. Quindi manda i 72 in missione perché la Buona Notizia di salvezza raggiunga un maggiore numero.. E questa missione è più che mai urgente oggi: la missione che nasce dall'amore del Padre per tutti i suoi figli, per tutta l'umanità; è un amore contagioso che poi infiamma il cuore dei missionari del Vangelo. Però, anche questo non basta: ogni cristiano dovrebbe avere un cuore missionario perché ci sono persone fra i nostri familiari, persone con cui studiamo o lavoriamo, che non conoscono Gesù, o potrebbero conoscerlo meglio, con il nostro aiuto e la testimonianza della nostra vita serena e gioiosa con lui. Signore Gesù, in questo anno della fede ravviva in me l'amore per Te e per i fratelli e susciti in me il desiderio di essere veramente un missionario là dove tu mi chiami. Signore Gesù, mi affido a te! |
Medjugorje Messaggio del 25/01/2015
Messaggio del 25/01/2015
Cari figli! Anche oggi vi invito: vivete nella preghiera la vostra vocazione. Adesso, come mai prima, Satana desidera soffocare con il suo vento contagioso dell’odio e dell’inquietudine l’uomo e la sua anima. In tanti cuori non c’è gioia perché non c’è Dio ne la preghiera. L’odio e la guerra crescono di giorno in giorno. Vi invito, figlioli, iniziate di nuovo con entusiasmo il cammino della santità e dell’amore perché io sono venuta in mezzo a voi per questo. Siamo insieme amore e perdono per tutti coloro che sanno e vogliono amare soltanto con l’amore umano e non con quell’immenso amore di Dio al quale Dio vi invita. Figlioli, la speranza in un domani migliore sia sempre nel vostro cuore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
Rosario con le lacrime di giobbe
Ecco il mio hobby la costruzione di coroncine del Rosario con il seme della (Coix lacryma jobi)
Comunemente chiamata lacrima di giobbe.
Preparazione e foratura dei semi
Inizio infilaggio
Prodotto finito
Ecco l'arma che la Madre Celeste ci ha donato contro le forze del male
Una sola Ave Maria detta col cuore fa tremare l'inferno
Messaggio del 12 giugno 1986 Maria a Medjugorje
Cari figli, oggi vi
invito a cominciare a dire il Rosario con fede viva, così io potrò aiutarvi.
Voi, cari figli, desiderate ricevere grazie, ma non pregate, io non vi posso
aiutare dato che voi non desiderate muovervi. Cari figli, vi invito a pregare
il Rosario; il Rosario sia per voi un impegno da eseguire con gioia, così
comprenderete perché sono da così tanto tempo con voi: desidero insegnarvi a
pregare. Grazie per aver risposto alla mia chiamata! Le promesse della Madonna
per la recita del Santo Rosario.
1) Per tutti quelli
che reciteranno devotamente il mio Rosario, io prometto la mia protezione
speciale e grandissime grazie.
2) Colui che
persevererà nella recitazione del mio Rosario riceverà qualche grazia insigne.
3) Il Rosario sarà
una difesa potentissima contro l'inferno; distruggerà i vizi, libererà dal
peccato, dissiperà le eresie.
4) Il Rosario farà
fiorire le virtù e le buone opere e otterrà alle anime le più abbondanti
misericordie divine; sostituirà nei cuori l'amore di Dio all'amore del mondo,
elevandoli al desiderio dei beni celesti ed eterni. Quante anime si
santificheranno con questo mezzo!
5) Colui che si
affida a me con il Rosario, non perirà.
6) Colui che reciterà
devotamente il mio Rosario, meditando i suoi misteri, non sarà oppresso dalla disgrazia.
Peccatore, si convertirà; giusto, crescerà in grazia e diverrà degno della vita
eterna.
7) I veri devoti del
mio Rosario non moriranno senza i Sacramenti della Chiesa.
8) Coloro che
recitano il mio Rosario troveranno durante la loro vita e alla loro morte la
luce di Dio, la pienezza delle sue grazie e parteciperanno dei meriti dei
beati.
9) Libererò molto
prontamente dal purgatorio le anime devote del mio Rosario.
10) I veri figli del
mio Rosario godranno di una grande gloria in cielo.
11) Quello che
chiederete con il mio Rosario, lo otterrete.
12) Coloro che
diffonderanno il mio Rosario saranno soccorsi da me in tutte le loro necessità.
13) Io ho ottenuto da
mio Figlio che tutti i membri della Confraternita del Rosario abbiano per
fratelli durante la vita e nell'ora della morte i santi del cielo.
14) Coloro che
recitano fedelmente il mio Rosario sono tutti miei figli amatissimi, fratelli e
sorelle di Gesù Cristo.
15) La devozione al
mio Rosario è un grande segno di predestinazione.
sabato 24 gennaio 2015
Vangelo del giorno 25/01/2015
Mc 1,14-20
Convertitevi e credete al Vangelo.
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Commento su Marco 1,14-20 Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete nel Vangelo. Mc 1,14-20 Come vivere questa parola? La liturgia di questa domenica ci collega col Natale, ancora fresco nella memoria, proclamando il perché dell'incarnazione. Alla sua nascita il Salvatore è stato riconosciuto da alcune persone semplici e sagge, aperte allo soffio dello Spirito: Maria e Giuseppe, i pastori, Simeone ed Anna, i magi; adesso, dopo l'arresto di Giovanni il Battista, è il momento di annunciare pubblicamente la sua missione per il mondo: "Il tempo è compiuto", cioè il lungo tempo di attesa è finito, il regno di Dio è presente. Gesù realizza la nuova alleanza tra Dio e l'umanità, alleanza poi ratificata nel suo sangue, per mezzo del quale tutti sono salvati e sono eredi del regno. Per entrare in possesso dell'eredità bisogna convertirsi e credere non in qualche cosa ma in Gesù, Figlio di Dio che è il Vangelo, la buona notizia. E il tempo presente è quello stabilito da Dio per la salvezza di questa generazione, cioè per la mia salvezza: oggi sono invitato a diventare un uomo nuovo, una donna nuova! Nella mia pausa di contemplazione, oggi, prendo coscienza del fatto che il regno non è una speranza per l'avvenire ma una realtà di oggi! Il regno di Dio, regno di verità, amore, fiducia, giustizia, pace, fraternità, di vita per sempre, è già qui ed ora. Gesù ha vinto il male una volta per sempre. Signore Gesù, Figlio del Dio vivente, mi affido a te che mi parli e mi chiami ad amarti sempre di più e a vivere la mia vita con te e in te. Amen |
venerdì 23 gennaio 2015
Vangelo del giorno 24/01/2015
Mc 3,20-21
I suoi dicevano: «E' fuori di sé». | |||
Commento su Mc 3, 20-21 «Allora i suoi [...] uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: "È fuori di sé"» Mc 3, 20-21 Come vivere questa Parola? Gesù ha subito molte incomprensioni da parte delle persone che gli erano vicine, anche dai suoi stessi parenti, che lo considerano quasi impazzito e vogliono quindi tenerlo sotto il loro stretto controllo. Quando egli non sembra adeguarsi agli schemi e alle logiche umane, trova l'opposizione degli altri: egli è fuori dai propri comodi, interessi, fama, è fuori dal proprio "ego: si dona interamente all'amore e alle esigenze dell'umanità bisognosa e peccatrice. Il brano evangelico di oggi esprime dunque due mentalità opposte: quella di Cristo (che vuole donarsi senza riserve) e quella dei parenti (interessati al buon nome e al controllo delle sue azioni). Gesù ci insegna ad uscire dalle nostre piccole e grette preoccupazioni umane per aprirci alla "follia" dell'amore e della croce (cf 1 Cor 1,18-25), a mettere in primo piano le esigenze di Dio, a guardarci dalle nostre meschine e borghesi preoccupazioni, dai nostri vantaggi e utilitaristici interessi. Essere con Gesù richiede un profondo cambiamento di mentalità, una radicale conversione al pensiero di Dio, ad accettare i suoi progetti e a lasciarsi sconvolgere dalle sue novità.
O Dio Padre, aiutami ad uscire dai miei tornaconti e apprensioni egoistiche, per entrare nell'amore sconfinato e libero che ci hai donato nel tuo Figlio e accogliere la tua Sapienza.
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giovedì 22 gennaio 2015
Vangelo del giorno 23/01/2015
Mc 3,13-19
Chiamò a sé quelli che voleva perché stessero con lui. | |||
Commento su Mc 3, 13-19 «Chiamò a sé quelli che voleva perché stessero con lui» Mc 3, 13-19 Come vivere questa Parola? Gesù sceglie gli Apostoli per renderli suoi collaboratori e strumenti per testimoniare e diffondere la sua carità e verità. Sono persone umane, diverse per provenienza, carattere; essi rispondono ad una chiamata del Signore, che li mette insieme e crea unità. Essi dovranno stare con lui, frequentarlo, ascoltarlo, meditare le sue parole per poi annunciare il suo messaggio al mondo. Anche noi, come cristiani, siamo stati chiamati a seguire Gesù, anzi a "stare" con lui, a condividere con tutti l'amore di Cristo, a rispettare le diversità anche delle altre chiese sorelle (siamo nella settimana di preghiere per l'unità dei cristiani) e di ogni altro sentimento religioso. Signore, insegnami ad accettare gli altri nella loro diversità, a comprenderla come un dono del tuo Spirito, a cogliere i semi del Verbo in ogni persona umana. |
mercoledì 21 gennaio 2015
Testimonianza di Catalina Rivas sulla Santa Messa
Catalina
Catalina Rivas vive a Cochabamba, in
Bolivia. Nella prima metà degli anni ’90 è stata scelta da Gesù per trasmettere
al mondo i Suoi messaggi di amore e misericordia. Catalina, che Gesù
chiama "la Sua
segretaria", scrivendo sotto Sua dettatura, è in grado di riempire in
pochi giorni centinaia di pagine di quaderno, fitte di testo. Per scrivere i
tre quaderni da cui venne tratto il libro "La Grande Crociata
dell’Amore", Catalina, impiegò appena 15 giorni. Gli esperti rimasero
impressionati dalla notevole quantità di materiale che la donna aveva scritto
in così poco tempo. Ma rimasero colpiti ancor di più dalla bellezza, dalla
profondità spirituale e dalla indubbia validità teologica dei suoi messaggi,
considerando per altro il fatto che Catalina non aveva terminato le scuole
medie superiori, né tantomeno possedeva alcuna preparazione in campo teologico.
Catalina
nell’introduzione di uno dei suoi libri scrive: "Io, indegna Sua creatura,
sono diventata improvvisamente la Sua segretaria…Io che non ho mai saputo
niente di teologia né ho letto mai la Bibbia…improvvisamente ho iniziato a
conoscere l’Amore del mio Dio, che è anche il tuo…I Suoi fondamentali
insegnamenti ci rivelano che l’unico amore che non mente, non inganna, non
ferisce, è il Suo; egli ci invita a vivere quell’amore attraverso numerosi
messaggi, uno più bello dell’altro".
I
messaggi contengono verità teologiche che, nonostante la loro intrinseca
complessità, vengono espresse con una semplicità ed una immediatezza
sconcertanti. I messaggi contenuti nei libri di Catalina rivelano la speranza
fondata sull’immenso amore di Dio. Un Dio di immensa misericordia ma allo
stesso tempo un Dio di giustizia che non viola la nostra libera volontà.
Tutti i
messaggi dettati da Gesù sono stati raccolti in otto libri che il 2 aprile 1998
hanno ricevuto l’Imprimatur dall’Arcivescovo di Cochabamba Mons. René Fernández
Apaza. In questo documento l’Arcivescovo afferma: "Abbiamo letto i libri di
Catalina e siamo sicuri che il loro unico obbiettivo è quello di condurci tutti
attraverso la strada dell’autentica spiritualità, la cui fonte è il Vangelo di
Cristo. Per questo, autorizzo la loro stampa e diffusione, raccomandandoli come
testi di meditazione e orientamento spirituale, al fine di ottenere molti
frutti per il Signore che ci chiama a salvare anime, mostrando loro che Egli è
un Dio vivo, pieno di amore e misericordia".
Catalina
dal 1994 porta su di sé le piaghe del Signore che appaiono di solito il Venerdì
Santo.
Nell’ottobre
del 1994, mentre si trovava in pellegrinaggio a Conyers, negli Stati Uniti,
Catalina vide improvvisamente una forte luce attorno al Crocifisso e sentì il
bisogno di offrire sé stessa e la sua vita al Signore. Vide 4 raggi di luce che
uscivano dalle mani, dai piedi e dal costato di Gesù crocifisso, i quali
penetrarono nelle sue mani, nei piedi e nel suo cuore come fulmini. Il dolore
era talmente intenso che Catalina cadde a terra. Due giorni dopo, in Costarica,
Gesù le disse che il dono delle stigmate che le aveva fatto le avrebbe
consentito di condividere con Lui le sofferenze della Sua Croce e che esse sono
riservate solo a coloro che sono capaci di amarlo come Egli desidera essere
amato.
Nel
gennaio del 1996 il dottor Ricardo Castañón, ricercatore e docente di
neuropsicofisiologia all’università Cattolica della Bolivia, visitò Catalina in
ospedale e qui ebbe modo di constatare la presenza delle stigmate sul corpo
della donna e la sua terribile sofferenza durante l’esperienza mistica della
passione di Gesù. Le piaghe della donna il giorno dopo si erano già
miracolosamente rimarginate, tanto che i medici non riuscivano a spiegare come
quelle profonde ferite potessero essere guarite in un lasso di tempo così
breve.
TESTIMONIANZA
DI CATALINA
SULLA SANTA
MESSA
Sulla meravigliosa
catechesi con la quale il Signore e la Vergine Maria ci stanno istruendo - in
primo luogo insegnandoci il modo di pregare il Santo Rosario, di pregare con il
cuore, di meditare e di trarre profitto dei momenti di incontro con Dio e con la nostra Madre
benedetta, e sul modo di confessarsi bene - inoltre, sulla conoscenza di ciò
che avviene nella Santa Messa e sul modo di viverla con il cuore.
E questa la
testimonianza che devo e voglio dare al mondo intero, per la maggior Gloria di
Dio e per la salvezza di chiunque voglia aprire il proprio cuore al Signore.
Affinché molte anime, consacrate a Dio, ravvivino il fuoco dell'amore per
Cristo, sia quelle che hanno nelle loro mani il potere di farlo scendere sulla terra
per essere nostro nutrimento, sia le altre, affinché perdano l'uso di riceverlo
per "abitudine" e rivivano il meraviglioso stupore dell'incontro
quotidiano con l'amore. Affinché i miei fratelli e sorelle laici di tutto il
mondo vivano il più grande dei Miracoli con il cuore: la celebrazione della Santa Eucaristia.
Era la vigilia del
giorno dell'Annunciazione, e i componenti del nostro gruppo erano andati a
confessarsi. Alcune signore del gruppo di preghiera non riuscirono a farlo e
rimandarono la confessione al giorno seguente, prima della Santa Messa.
Quando il giorno seguente
giunsi in Chiesa un po' in ritardo, il signor Arcivescovo e i sacerdoti stavano
già entrando nel presbiterio. In quel momento, la Vergine disse con la sua voce
dolce e soave che raddolcisce l'anima:
«Oggi per te è un giorno
di apprendistato e voglio che tu faccia molta attenzione perché, di ciò che sei
testimone oggi, tutto ciò che vivrai in questo giorno, dovrai farne partecipe
l'umanità».
Rimasi sorpresa senza comprendere, ma cercando di essere molto attenta.
La prima cosa della
quale mi resi conto era un coro di bellissime voci che cantavano, come se
venisse da lontano; in alcuni momenti la musica si avvicinava, poi si
allontanava, come se si trattasse di un suono portato dal vento.
Il signor Arcivescovo
cominciò la Santa Messa ,
e giunto all’Atto Penitenziale, la Santissima Vergine
disse:
«Dal
profondo del tuo cuore, chiedi perdono al Signore per tutte le tue colpe, per
averlo offeso, così potrai partecipare degnamente al privilegio di assistere
alla Santa Messa».
È certo che per una
frazione di secondo pensai: «Sono certamente in Grazia di Dio, mi sono appena
confessata ieri sera».
Ella rispose:
«Credi forse che tu, da ieri sera, non
abbia offeso il Signore? Lascia che ti ricordi alcune cose. Quando stavi
uscendo per venire qui, la ragazza che ti aiuta ti si avvicinò per chiederti
alcune cose, e poiché eri in ritardo, sbrigativamente le rispondesti in modo
non molto cortese. È stata una mancanza di carità da parte tua, e dici di non
avere offeso Dio...?»
«Nella
strada che hai fatto per venire fin qui, un autobus ha intralciato la tua
strada e ti ha quasi urtato e tu hai detto un'abbondante quantità di cose
contro quel pover’uomo, invece di venire in Chiesa facendo le tue orazioni,
preparandoti per la
Santa Messa. Hai mancato di carità e hai perso la pazienza e la pace. E dici di non aver
offeso il Signore...?»
«E arrivi all'ultimo
momento, quando già la fila dei celebranti sta uscendo per celebrare la
Messa... e stai per parteciparvi senza una previa preparazione...»
Va bene, Madre mia, non
mi dire di più, non ricordarmi altre cose, altrimenti morirò immediatamente di
vergogna e di dolore - risposi.
«Perché
arrivare all'ultimo momento? Dovreste essere qui prima, per poter fare una
preghiera e chiedere al Signore di mandare il Suo Santo Spirito, perché vi
conceda uno spirito di pace che scacci via lo spirito del mondo, le
preoccupazioni, i problemi e le distrazioni, e poter essere così capaci di
vivere questo momento tanto sacro. Invece, arrivate quasi all'inizio della
celebrazione e vi partecipate come se andaste ad assistere ad un evento
qualsiasi, senza nessuna preparazione spirituale.
Perché? È
il Miracolo più grande, e voi avete la possibilità di vivere il momento del più
grande regalo da parte dell'Altissimo, ma non lo sapete apprezzare.»
È bastato così. Mi
sentivo così male che fu più che sufficiente perché chiedessi perdono a Dio,
non solamente per le colpe di quel giorno, ma per tutte le volte che, come
moltissime altre persone, ho aspettato che terminasse l'omelia del sacerdote
per entrare in Chiesa. Per tutte quelle volte che non ho saputo o che ho
rifiutato di capire che cosa significava essere lì, e per quelle altre volte
che, essendo forse la mia anima piena di peccati più gravi, avevo osato partecipare
alla Santa Messa.
Era un giorno festivo e
si doveva quindi recitare il Gloria. La Santa Vergine disse:
«Glorifica
e benedici con tutto il tuo amore la Santissima Trinità ,
riconoscendoti una Sua creatura.»
Come fu diverso, quel
Gloria! Mi vidi d'un tratto in un altro luogo, pervaso di luce, davanti alla
Presenza Maestosa del Trono di Dio, tutto pieno di luce; con quanto amore,
ringraziando, ho ripetuto... "Per la tua Gloria immensa, noi Ti lodiamo, Ti benediciamo, Ti adoriamo, Ti glorifichiamo, Ti
rendiamo grazie Signore, Dio, Re del
cielo, Dio Padre Onnipotente - e mi immaginavo il volto paterno del Padre pieno
di bontà... - Signore, Figlio unico Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio,
Figlio del Padre, Tu che togli i peccati del mondo ..." - e Gesù stava
davanti a me, con quel volto pieno di tenerezza e di Misericordia... -
"perché Tu solo sei Dio, solo Tu, Altissimo Gesù Cristo, con lo Spirito Santo…"
il Dio dell'Amore perfetto, Quello che in questo momento fa trasalire tutto il mio essere...
E ho chiesto: «Signore,
liberami da ogni spirito cattivo; il mio cuore ti appartiene, Signore mio, mandami la
tua pace per ottenere il miglior beneficio
da questa Eucaristia e perché la mia vita dia
migliori frutti. Spirito Santo di Dio, trasformami, opera in me,
guidami. O Dio, dammi i doni di cui necessito per servirti mèglio..!»
Giunse il momento della Liturgia
della Parola e la Vergine mi fece ripetere: «Signore, voglio oggi
ascoltare la Tua Parola
e dare frutto abbondante; che il Tuo Santo Spirito mondi il terreno del mio cuore,
perché la Tua Parola
cresca e si sviluppi, purifica il mio cuore perché sia ben disposto.
«Voglio
che tu stia attenta alle letture e a tutta l'omelia del sacerdote. Ricorda che
la Bibbia dice che la Parola di Dio non ritorna senza aver dato frutto. Se stai
attenta, resterà qualcosa in te di tutto
quello che ascolti. Devi cercare di ricordare tutto il giorno quelle Parole,
che lasceranno in te una impronta.
Potranno
essere una volta due frasi, poi sarà l'intera lettura del Vangelo, qualche
volta solo una parola, da assaporare per il resto del giorno; questo si farà
carne in te perché è questa la maniera di trasformare la vita, e fare in modo
che la Parola di Dio trasformi.»
«E ora,
dillo al Signore che sei qui per ascoltare ciò che tu vuoi che Egli dica oggi
al tuo cuore.»
Ringrazio nuovamente Dio
perché mi da l'opportunità di ascoltare la Sua Parola ; chiedo
perdono per aver mantenuto un cuore tanto duro per così tanti anni e per aver
insegnato ai miei figli ad andare alla Messa la domenica perché così comandava
la Chiesa, e non per amore e per il bisogno di riempirsi di Dio...
Io che avevo assistito a
tante Eucaristie, più che altro come un obbligo, e avevo creduto con questo di
essere salva... Di viverla, nemmeno per sogno, di porre attenzione alle letture
e alla omelia del sacerdote anche meno.
Quale dolore ho provato
per tanti anni persi inutilmente, a causa della mia ignoranza!
Quanta superficialità
nelle Messe alle quali assistiamo quando c'è un matrimonio, o una Messa da
morto, oppure perché ci teniamo a farci vedere dagli altri!
Quanta ignoranza
riguardo questa nostra Chiesa e riguardo i Sacramenti!
Quanto spreco nel voler
istruirci e coltivarci nelle cose del mondo, che in un momento possono sparire
senza che nulla rimanga, e che alla fine della vita non ci servono neanche ad
aggiungere un minuto alla nostra esistenza!
Ma di quello che ci farà
guadagnare un poco di cielo sulla terra e poi la vita eterna, non sappiamo
niente, e tuttavia ci chiamiamo uomini e donne istruiti...!
Si giunse poco dopo all’Offertorio
e la Santissima
Vergine disse:
«Recita così, (e io la seguivo): Signore, Ti offro tutto ciò che sono,
quello che ho, quello che posso, tutto pongo nelle Tue mani.
Eleva Tu, Signore,
quel poco che io sono. Per i meriti di Tuo Figlio, trasformami, Dio Altissimo.
Intercedi per la mia famiglia, per i miei benefattori, per ogni membro del
nostro Apostolato, per tutte le persone che ci combattono, per quelli che si
raccomandano alle mie povere preghiere... Insegnami a umiliare il mio cuore
affinchè il loro cammino sia meno duro...!
E così che pregavano i
santi e così voglio che facciate.
E questo che Gesù vuole
che si faccia: che umiliamo il nostro cuore affinché loro non sentano la
durezza, ma che invece alleviamo loro il dolore del venire calpestati. Anni
dopo, ho letto un libretto di preghiere di un Santo che amo molto: José Maria
Escrivà de Balaguer; lì trovai una preghiera simile a quella che mi aveva insegnato
la Vergine. Certe
volte questo Santo al quale mi affido, rendeva omaggio alla Vergine Santissima
con quelle preghiere.
All'improvviso,
cominciarono ad alzarsi in piedi delle persone che non avevo visto prima. Era
come se dal fianco di ogni persona che si trovava nella Cattedrale, uscisse
un'altra persona; la Cattedrale si riempì così di varie persone giovani e
belle, vestite con tuniche bianchissime. Si diressero fino al corridoio
centrale procedendo poi verso l'Altare.
Disse nostra Madre:
«Osserva,
sono gli Angeli Custodi di ognuna delle persone che si trovano qui. È il
momento nel quale il vostro Angelo Custode porta le vostre offerte e preghiere all'Altare
del Signore.»
In quel momento, ero
completamente in preda a un grande stupore, perché quegli esseri avevano un volto
tanto bello e tanto raggiante da non potersi immaginare. I volti risplendevano bellissimi, quasi femminili, benché senza
alcun dubbio, l'aspetto generale del
corpo, delle mani e la statura fosse di uomo. I piedi nudi non poggiavano al
suolo, ma piuttosto andavano come scivolando, come se scorressero via. Era una
processione bellissima.
Alcuni di loro portavano
come un vassoio d'oro con qualcosa che
risplendeva di una forte luce bianco dorata. Disse la Vergine:
«Sono gli
Angeli Custodi delle persone che stanno offrendo questa Santa Messa per molte varie intenzioni,
di quelle persone che sono coscienti di ciò che significa questa celebrazione,
di quelle che hanno qualcosa da offrire
al Signore... »
In questo
momento, offrite le vostre pene, i vostri dolori, le vostre speranze, le vostre
gioie e tristezze, le vostre richieste.
Ricordatevi
che la Messa ha un valore infinito, quindi siate generosi nell'offrire e nel chiedere.»
Dietro ai primi Angeli,
ne venivano degli altri che non avevano niente nelle mani, le avevano vuote.
Disse la Vergine.
«Sono gli Angeli delle persone che pur essendo qui, non
offrono mai niente, che non sono interessate a vivere ogni momento liturgico della
Messa e non hanno offerte da portare all'Altare del Signore. »
Per ultimi, vi erano
degli altri Angeli che erano piuttosto tristi, con le mani giunte in preghiera,
ma con gli occhi bassi.
«Sono gli Angeli
Custodi delle persone che pur essendo qui, è come se non ci fossero, vale a dire delle persone che sono
venute per forza, che sono venute perché si sentono obbligate, ma senza nessun desiderio
di partecipare alla Santa Messa, e così gli Angeli vanno tristemente perché non
hanno niente da portare all'Altare, salvo le loro proprie preghiere.
Non
intristite il vostro Angelo Custode... Pregate molto, pregate per la
conversione dei peccatori, per la pace nel mondo, per i vostri famigliari, per
il vostro prossimo e per quelli che si raccomandano alle vostre preghiere.
Pregate, pregate molto, non solo per voi
ma anche per gli altri.
Ricordatevi
che l'offerta più gradita al Signore la fate
quando offrite voi stessi come olocausto, così che Gesù, nello scendere,
vi trasformi con i Suoi propri meriti. Cosa avete da offrire al Padre che sia
solo vostro? Il nulla e il peccato, ma se vi
offrite in unione ai meriti di Gesù, fate una offerta gradita al Padre.»
Quello spettacolo,
quella processione era così bella che difficilmente potrebbe essere paragonata
ad altro. Tutte quelle creature celesti davanti all'Altare facevano una
riverenza, alcune ponendo la loro
offerta al suolo, altre prostrandosi in ginocchio con la fronte quasi a terra,
e dopo essere giunte lì, sparivano alla mia vista.
Giunse il momento finale del prefazio, e
quando l'assemblea cominciò a dire: «Santo, Santo, Santo» immediatamente,
tutto quello che era dietro ai celebranti sparì. Dal lato sinistro del signor Arcivescovo,
in forma diagonale all'indietro, apparvero migliaia di Angeli, piccoli e Angeli grandi, Angeli con
delle ali immense, Angeli con delle ali piccole, Angeli senza ali come i primi;
tutti vestiti con delle tuniche simile alle albe bianche dei sacerdoti o dei monaci.
Tutti si inginocchiavano
con le mani giunte in preghiera e, in segno di riverenza, chinavano il capo. Si
sentiva una musica bellissima, come se vi fossero moltissimi cori con voci
diverse, e tutti, all'unisono e insieme al popolo, dicevano: Santo, Santo, Santo…
Era giunto il momento
della Consacrazione, il momento del più meraviglioso dei Miracoli…dal
lato destro dell'Arcivescovo in linea ancora diagonale verso l'indietro,
partiva una moltitudine di persone, vestite con la stessa tunica, ma dai colori
pastello: rosa, verde, celeste, lillà, giallo; in poche parole, diversi e
deliziosi colori. Anche i loro volti splendevano pieni di gioia, pareva che fossero
tutti della stessa età. Si poteva notare (ma non saprei dire perché) che erano
persone di età diversa, ma nei volti erano tutti uguali, senza rughe, felici.
Tutti si inginocchiavano prima del canto del «Santo, Santo, Santo, è il Signore...»
Disse nostra Signora:
«Sono
tutti i Santi e i Beati del cielo e fra
di essi vi sono anche le anime dei vostri famigliari che godono già della Presenza di Dio.»
E poi, La vidi. Proprio alla
destra del signor Arcivescovo... un passo indietro rispetto a Monsignore, era un po' sollevata dal suolo, inginocchiata
sopra dei veli molto fini, nello stesso
tempo trasparenti e luminosi, come acqua cristallina, la Santissima Vergine , con le
mani giunte, guardava con attenzione e rispetto il celebrante. Stando là mi parlava,
ma in silenzio, direttamente al cuore, e senza guardarmi.
«Ti
colpisce il fatto di vedermi un poco più indietro del Monsignore, vero? Ma così
deve essere... Per quanto Mi ami, il
Figlio Mio non Mi ha dato la dignità che da a un sacerdote, di poterlo
portare quotidianamente tra le Mie mani, come lo fanno le mani sacerdotali. Ecco perché provo un
profondissimo rispetto per il sacerdote e per quel miracolo che Dio realizza
per suo mezzo, e che Mi obbliga qui ad
inginocchiarmi.»
Dio mio, quanta dignità,
quanta grazia riversa il Signore sulle anime sacerdotali, e noi non ne siamo
coscienti, e talvolta, nemmeno tanti di loro!
Di fronte all'Altare,
cominciarono a presentarsi delle ombre di persone di colore grigio, che
sollevavano le mani verso l'alto.
Disse la Vergine Santissima :
«Sono le
anime benedette del Purgatorio che aspettano le vostre preghiere per trovare
refrigerio. Non cessate di pregare per loro. Pregano per voi, ma non possono
pregare per loro stesse, siete voi che dovete pregare per loro, per aiutarle ad
uscire per incontrarsi con Dio e godere di Lui eternamente.
Come vedi,
Io sono qui sempre. La gente fa pellegrinaggi, cerca i luoghi delle Mie
apparizioni, e questo va bene per tutte le grazie che si ricevono in quei
luoghi, ma in nessuna apparizione, in
nessun luogo Io Sono presente per più tempo, come durante la Santa Messa. Ai
piedi dell'Altare dove si celebra l'Eucarestia, sempre Mi potrete trovare; Io
rimango ai piedi del Tabernacolo insieme agli Angeli, perché Io sto sempre con
Lui.»
Vedere quel bel volto
della Madre nel momento del «Santo», come pure tutti gli altri, con il volto
risplendente, con le mani giunte in attesa di quel miracolo che si ripete continuamente,
era proprio come stare nel cielo stesso. E pensare che c'è della gente, che vi sono
delle persone che in quel momento possono essere distratte, che magari stanno parlando... Lo dico con dolore, sono molti più
uomini che donne, che se ne stanno in piedi con le braccia conserte come se
dovessero rendere un omaggio al Signore da pari a pari, da uguale ad uguale.
Disse la Vergine:
«Dillo
agli esseri umani, che mai un uomo è così davvero uomo come quando piega i
ginocchi davanti a Dio».
Il celebrante pronunciò
le parole della «Consacrazione». Era una persona di statura normale, ma
all'improvviso cominciò a crescere, a riempirsi di luce, di una luce
soprannaturale tra il bianco e il dorato che lo avvolgeva, e diventava fortissima
nella parte del volto, tanto che non si potevano più vedere i suoi lineamenti.
Quando ha sollevato
l'ostia, ho visto che le sue mani avevano sul dorso dei segni, dai quali usciva
molta luce. Era Gesù!... Era Lui, che con il Suo Corpo avvolgeva quello del
celebrante come se circondasse amorosamente le mani del signor Arcivescovo. In
quel momento, l'Ostia cominciò a crescere e a crescere in modo enorme e in
essa, il Volto meraviglioso di Gesù che guardava verso il Suo popolo.
Istintivamente abbassai la testa e Nostra
Signora disse:
«Non
distogliere lo sguardo, alza gli occhi, contemplalo, incrocia il tuo sguardo
con il Suo e ripeti la preghiera di Fatima: Gesù mio, io credo, adoro spero e
Ti amo. Ti chiedo perdono per tutti quelli che non credono, non adorano, non
sperano e non Ti amano. Perdono e Misericordia... Adesso digli quanto Lo ami,
rendi il tuo omaggio al Re dei Re».
Vi dico, pareva che
dall'Ostia enorme guardasse solo me, ma seppi che contemplava allo stesso modo
ogni persona, pieno di amore... Quindi chinai il capo fino ad avere la fronte a
terra, come facevano tutti gli Angeli e i beati del Cielo. Per una frazione di secondo,
pensai che era lo stesso Gesù che avvolgeva il corpo del celebrante e nello
stesso tempo si trovava nell'Ostia, che quando il celebrante l'abbassava,
diventava nuovamente piccola. Avevo le guance piene di lacrime, non potevo
uscire dal mio stato di meravigliato stupore.
Non appena il Monsignore
iniziò a pronunciare le parole di consacrazione del vino, insieme alle sue
parole, incominciarono ad apparire dei bagliori come lampi, nel cielo e sullo
sfondo. La Chiesa non aveva più né tetto, né pareti, tutto era buio, vi era
solamente quella luce che brillava nell'Altare.
All'improvviso sospeso
in aria, vidi. Gesù, crocefisso, dalla testa fino alla parte bassa del torace.
Il tronco trasversale della croce era sostenuto da grandi e forti mani. Dal
centro di quello splendore, si distaccò un piccolo lume come una colomba molto
piccola e molto brillante che, fatto velocemente il giro di tutta la chiesa, si
posò sulla spalla sinistra del signor Arcivescovo che continuava ad essere
Gesù, perché potevo distinguere la Sua capigliatura sciolta, le Sue piaghe
luminose, il Suo grandioso corpo, ma non vedevo il Suo Volto.
In alto, Gesù crocefisso
stava con il viso reclinato sulla spalla destra. Si vedevano sul volto e sulle braccia
i segni dei colpi e delle ferite. Sul costato destro, all'altezza del petto, vi
era una ferita da cui usciva a fiotti verso sinistra del sangue, e verso destra
qualcosa che sembrava acqua, però molto brillante; ma erano piuttosto fasci di
luce quelli che si dirigevano verso i fedeli, muovendosi a destra e a sinistra.
Mi stupiva la quantità di sangue che traboccava dal Calice e pensai che avrebbe
impregnato e macchiato tutto l'Altare, ma non ne cadde una sola goccia!
In quel momento la
Vergine disse:
«Te lo
ripeto, questo è il miracolo dei Miracoli, per il Signore non esistono ne
tempo, ne distanza e nel momento della Consacrazione, tutta l'assemblea viene
trasportata ai piedi del Calvario, nel momento della Crocifissione di Gesù. »
Può qualcuno immaginarselo?
I nostri occhi non lo possono vedere, ma tutti siamo là, nello stesso momento
nel quale lo stanno crocefiggendo e mentre chiede perdono al Padre, non
solamente per quelli che lo uccidono, ma per ognuno dei nostri peccati: «Padre, perdonali perché non sanno quello
che fanno!»
A partire da quel
giorno, e non mi importa se mi prendono per pazza, io chiedo a tutti di
inginocchiarsi, chiedo a tutti di cercare di vivere con il cuore e con tutta la
sensibilità di cui sono capaci, quel privilegio che il Signore ci concede.
Quando stavamo per cominciare a pregare il Padre
Nostro, parlò il Signore, per la prima
volta durante la celebrazione, e disse:
«Ecco,
voglio che tu preghi con la maggiore profondità di cui sei capace e che, in
questo momento, ti ricordi della persona o delle persone che ti hanno causato più male nella
tua vita, affinché tu li abbracci e li stringa a te e dica loro con tutto il
cuore: Nel Nome di Gesù io ti perdono e ti auguro la pace. Nel Nome di
Gesù, ti chiedo perdono e mi auguro di avere la pace. Se questa persona
merita la pace, la riceverà e ne avrà un gran bene; se questa persona non è
capace di aprirsi alla pace, quella pace tornerà al tuo cuore. Ma non voglio
che tu riceva o dia la pace ad altre persone, fino a quando non sei capace di
perdonare e di provare quella pace
dapprima nel tuo cuore.»
«Fate
attenzione a quello che fate» - continuò il Signore - «Voi ripetete nel Padre Nostro: perdonaci come noi perdoniamo quelli
che ci offendono. Se siete capaci di perdonare e non, come dicono alcuni, di dimenticare, state mettendo
delle condizioni al perdono di Dio. State dicendo: perdonami soltanto come io
sono capace di perdonare, non di più.»
Non so come spiegare il
mio dolore, nel comprendere quanto possiamo ferire il Signore e quanto possiamo
noi stessi offenderlo con tanti rancori, con i cattivi sentimenti e le cose
cattive che nascono dai complessi e dalla suscettibilità. Perdonai, perdonai di
cuore e chiesi perdono a tutti quelli che talvolta mi avevano offeso, per
sentire la pace del Signore.
Il celebrante diceva:
«... concedici
la pace e l'unità...» e quindi: «La pace del Signore sia con tutti voi...»
Vidi d'un tratto, fra
alcune persone che si abbracciavano (non tutte), venire a porsi in mezzo una
luce molto intensa; seppi che era Gesù e mi slanciai allora ad abbracciare la
persona che avevo a fianco. Potei sentire davvero in quella luce l'abbraccio
del Signore, era Lui che mi abbracciava per darmi la Sua pace, perché in quel
momento io ero stata capace di perdonare e di togliere dal mio cuore ogni
offesa contro altre persone. Questo è ciò che Gesù vuole, condividere quel
momento di gioia in un abbraccio per farci trovare la Sua Pace.
Arrivò il momento della
comunione dei celebranti, e qui tomai a notare la presenza di tutti i sacerdoti
insieme al Monsignore.
Mentre egli si
comunicava, la Vergine disse:
«Questo è
il momento di pregare per il celebrante e per i sacerdoti che lo accompagnano,
ripeti con me: Signore, benedicili, santificali, aiutali, purificali, amali,
abbine cura, sostienili con il tuo amore... Ricordatevi di tutti i sacerdoti
del mondo, pregate per tutte le anime consacrate...»
Amati fratelli, questo è
il momento in cui dobbiamo pregare perché loro sono la Chiesa, come lo siamo
anche noi laici. Molte volte i laici esigono molto dai sacerdoti, però siamo
incapaci di pregare per loro, di capire che sono persone umane, di comprendere
e apprezzare la solitudine che molto spesso può circondare un sacerdote.
Dobbiamo capire che i
sacerdoti sono persone come noi e che
hanno bisogno di comprensione, di assistenza, che hanno bisogno di
affetto e di attenzioni da parte nostra, perché stanno dando la loro vita per
ognuno di noi, come Gesù, consacrandosi a Lui.
Il Signore vuole che la
gente del gregge che Dio ha affidato loro, preghi e aiuti il proprio Pastore a
santificarsi. Un giorno o l'altro, quando saremo dall'altra parte,
comprenderemo la meraviglia compiuta dal Signore nel darci dei sacerdoti che ci
aiutano a salvare la nostra anima.
La gente cominciò a
uscire dai banchi per andare a comunicarsi.
Era giunto il grande
momento dell'incontro, della «Comunione»; il Signore mi disse:
«Aspetta un momento, voglio che tu osservi qualcosa...» spinta da un impulso
interiore, diressi lo sguardo verso la persona che stava per ricevere la
comunione sulla lingua dalla mano del sacerdote.
Devo chiarire che questa
persona era una delle signore del nostro gruppo che la sera prima non era
riuscita a confessarsi, ma che si era confessata questa mattina, prima della
Santa Messa. Quando il sacerdote ebbe posto la Sacra Ostia sulla sua
lingua, vi fu come un lampo di luce; quella luce di colore bianco dorato
intenso, attraversò questa persona prima dalla spalla e poi circondando la
spalla, gli omeri e la
testa. Disse il Signore: «È
così che Io Mi compiaccio nell'abbracciare un'anima che viene a ricevermi con
il cuore puro!»
Il tono della voce di Gesù era quello di una
persona felice. Io ero stupita nell'ammirare quell’amica che tornava al suo
posto circondata di luce, abbracciata dal Signore; ho pensato alle meraviglie
che noi tante volte perdiamo, perché andiamo a ricevere Gesù con le nostre
piccole o grandi mancanze, mentre dovrebbe essere solo una festa.
Molte volte diciamo che
non vi sono sacerdoti per confessarsi spesso, ma il problema non consiste nel
confessarsi spesso, il problema consiste nella nostra facilità a tornare a
cadere nel male.
D'altronde, così come ci
sforziamo di trovare un salone di bellezza o gli uomini un barbiere quando
abbiamo una festa, dobbiamo sforzarci anche di andare a cercare il sacerdote
quando abbiamo bisogno che vengano tolte da noi tutte quelle cose sporche, e
non avere la sfacciataggine di ricevere Gesù in qualsiasi momento con il cuore
pieno di cose cattive.
Quando mi sono diretta a
ricevere la comunione.
Gesù ripeteva:
«L'ultima Cena fu il momento di maggiore
intimità con i Miei. In quell'ora dell'amore, ho istituito quello che agli
occhi degli uomini può sembrare la più grande pazzia, farmi prigioniero
d'Amore. Ho istituito l'Eucarestia. Ho voluto rimanere con voi fino alla fine
dei secoli, perché il Mio Amore non poteva sopportare che rimanessero orfani
coloro che amavo più della Mia vita...»
Ricevetti quell'Ostia,
che aveva un sapore particolare; era una mescolanza di sangue e incenso che mi
inondò interamente. Provavo tanto amore che le lacrime scorrevano senza poterle
trattenere...
Quando ritornai al mio
posto, mentre mi inginocchiavo, il Signore disse: «Ascolta... » e in quel momento cominciai a sentire dentro di me le
preghiere di una signora che era seduta davanti a me e che si era appena
comunicata.
Quello che diceva senza
aprire la bocca, era più o meno questo:
«Signore, ricordati che siamo alla
fine del mese e che non ho i soldi per pagare l'affitto, la rata della
macchina, il collegio dei bambini, devi fare qualcosa per aiutarmi... Per
favore, fa che mio marito smetta di bere tanto, non posso sopportare più le sue
ubriachezze, e mio figlio minore perderà di nuovo l'anno se non lo aiuti,
questa settimana ha gli esami... e non dimenticarti della vicina che deve
cambiare casa, che lo faccia una buona volta perché io non la posso
sopportare... ecc. ecc.
In quel momento, il
signor Arcivescovo disse: «Preghiamo» e ovviamente tutta
l'assemblea si alzò in piedi per la preghiera finale.
Gesù disse con un tono
triste:
«Ti sei
resa conto? Non Mi ha detto neanche una volta che Mi ama, non una sola volta ha
dato segni di gratitudine per il dono che Io le ho fatto di far scendere la Mia Divinità fino
alla sua povera umanità, per elevarla fino a Me. Non una sola volta ha detto:
grazie, Signore.
È stata
una litania di richieste... e sono così
quasi tutti quelli che vengono a ricevermi».
«Io sono
morto per amore e sono risuscitato. Per amore, aspetto ognuno di voi e per
amore rimango con voi... ma voi non vi rendete conto del fatto che Io ho
bisogno del vostro amore. Ricorda che Sono il Mendicante d'Amore in quest'ora
sublime per l'anima».
Vi rendete conto, voi,
che Egli, l'Amore, sta chiedendo il nostro amore e che noi non glielo diamo? Ed
evitiamo anche di andare a questo incontro con l'Amore degli Amori, con l'unico
amore che Si da in oblazione permanente.
Quando il celebrante
stava per dare la benedizione, la Santissima Vergine parlò di nuovo e disse:
«Fai
attenzione, osserva bene...Invece di fare il segno della Croce, voi fate uno
ghirigoro. Ricorda che questa benedizione può essere l'ultima che ricevi nella
tua vita dalla mano di un sacerdote. Tu non sai se uscendo da qui, morirai o
no, e non sai se avrai l'opportunità che un altro sacerdote ti dia una
benedizione. Quelle mani consacrate ti stanno dando la benedizione nel Nome
della Santissima Trinità, pertanto, fai il segno della Croce con rispetto e
come se fosse l'ultimo della tua vita.»
Quante cose perdiamo non
capendole, e quando non partecipiamo tutti i giorni alla Santa Messa! Perché
non fare uno sforzo e cominciare la giornata mezz'ora prima, per correre alla Santa
Messa e ricevere tutte le benedizioni che il Signore vuole riversare su di noi?
Capisco che non tutti, a
causa dei loro obblighi, possono farlo ogni giorno, ma almeno due o tre volte
per settimana si; indubbiamente, tanti evitano la Messa della domenica con il
debole pretesto di avere uno o due o dieci bambini piccoli e pertanto non possono
assistere alla Messa... Come fanno quando hanno altri impegni importanti?
Che vadano con tutti i
bambini, oppure facciano i turni: il marito ci va in un'ora e la moglie in
un'altra ora, ma che adempiano i propri obblighi verso Dio.
Abbiamo tempo per
studiare, per lavorare, per divertirci, per riposare, ma non abbiamo tempo per
andare alla santa messa almeno la domenica.
Gesù mi chiese di
rimanere con Lui qualche minuto in più, dopo terminata la Messa. Disse ;
«Non andate via di corsa dopo terminata la Messa, rimanete
un momento in Mia Compagnia, traetene profitto e lasciate che anche Io possa trarre profitto dalla vostra
compagnia...»
Da bambina avevo sentito
dire da qualcuno che il Signore rimaneva in noi per 5 o 10 minuti dopo la comunione. In quel
momento glielo domandai: Signore quanto tempo rimani davvero con noi dopo la comunione?
Immagino che il Signore
debba aver riso della mia stupidita, perché rispose così:
«Tutto il
tempo che tu vorrai tenermi con te. Se mi parli durente tutto il giorno,
dedicandomi qualche parola durante le tue faccende. Io ti ascolterò. Io Sono
sempre con voi, siete voi che vi allontanate da Me. Uscite dalla Messa e per
quel giorno è quanto basta; avete osservato il giorno del Signore, e tutto finisce
lì, non pensate che Mi piacerebbe condividere la vostra vita famigliare con
voi, almeno in quel giorno.»
«Voi nelle
vostre case avete un luogo per tutto, e una stanza per ogni attività: una
camera per dormire, un'altra per cucinare, una per mangiare, ecc. ecc. Quale è
il luogo che hanno destinato a Me?
Deve
essere un luogo nel quale non soltanto tenete una immagine permanentemente
impolverata, ma un luogo nel quale almeno per cinque minuti al giorno la
famiglia si riunisce a ringraziare per la giornata, per il dono della vita, a pregare
per le necessità quotidiane, chiedere benedizioni, protezione, salute... Tutti
hanno un posto nelle vostre case, eccetto Io».
«Gli
uomini programmano la loro giornata, la settimana, il semestre, le vacanze,
ecc. ecc. Sanno in quale giorno riposeranno, in che giorno andranno al cinema o
a una festa, a visitare la nonna o i nipoti, i figli, gli amici, quando
andranno a divertirsi. Ma quante famiglie dicono almeno una volta al mese: «Questo
è il giorno in cui dobbiamo andare a visitare Gesù nel Tabernacolo» e tutta la
famiglia viene a fare conversazione con Me, a sedersi di fronte a Me e a
parlarmi, a raccontarmi ciò che è accaduto negli ultimi giorni, raccontarmi i problemi,
le difficoltà che hanno, chiedermi ciò di cui hanno necessità... Farmi
partecipe delle loro faccende! Quante volte?»
«Io so
tutto, leggo anche nel più profondo dei vostri cuori e delle vostre menti, però
Mi piace che siate voi a raccontare le vostre cose, che Me ne facciate
partecipe come con uno della famiglia, come con l’amico più intimo. Quante
grazie perde l'uomo perché non Mi da un posto nella sua vita...!»
Quando quel giorno
rimasi con Lui, e poi per molti altri giorni ancora, ricevetti degli
insegnamenti che oggi voglio condividere
con voi, in questa missione che mi è stata affidata.
Dice Gesù:
«Volli
salvare la Mia creatura, perché il momento di aprirle la porta del Ciclo è
stato pieno di troppo dolore... Ricorda che nessuna madre ha nutrito il proprio
figlio con la sua carne. Io sono arrivato a questo eccesso d’Amore per comunicarvi
i miei meriti.»
«La Santa Messa Sono
Io stesso che prolungo la Mia vita e il Mio sacrificio sulla Croce in mezzo a
voi. Senza i meriti della Mia vita e del Mio sangue, che cosa avete voi presentarvi
davanti al Padre? Il nulla, la miseria e il peccato…»
«Voi
dovreste sorpassare in virtù gli Angeli e gli Arcangeli, perché loro non hanno
la fortuna di ricevermi come alimento, voi si. Essi bevono una goccia della
fonte, ma voi che avete la
grazia di
ricevermi, potete bere tutto l'oceano...»
Il Signore mi parlò poi,
ancora con dolore, di quelle persone che
si incontrano con Lui per abitudine. Di quelle che hanno perso il meraviglioso
stupore dell'incontro con Lui. Di come la routine fa diventare certe persone
così tiepide che non hanno mai niente di nuovo da dire a Gesù quando Lo ricevono.
E inoltre, delle non poche anime consacrate che perdono l'entusiasmo di innamorarsi
del Signore e fanno della loro vocazione un mestiere, una professione, alla
quale non si dedicano più di quanto sia necessario, ma senza sentimento…
Quindi il Signore mi
parlò dei frutti che ogni comunione deve
portare in noi. Accade infatti che ci sia della gente che riceve il Signore ogni
giorno, ma non cambia la propria vita. Dedicano molte ore alla preghiera,
compiono molte opere, ecc. ecc. ma la loro vita non si trasforma, e una vita
che non si trasforma non può dare frutti autentici per il Signore. I meriti che
riceviamo nell'Eucarestia debbono portare frutti di conversione in noi e frutti
di carità per i nostri fratelli.
Noi laici abbiamo un
incarico molto importante dentro la nostra Chiesa , non abbiamo nessun diritto di
tacere davanti all'invito che ci fa il Signore, come lo fa ad ogni battezzato,
di andare ad annunciare la Buona Novella. Non abbiamo alcun diritto di
ricevere tutte queste conoscenze e non darle agli altri, e così permettere che
i nostri fratelli muoiano di fame, mentre noi abbiamo tanto pane nelle nostre
mani.
Non possiamo stare a
vedere la nostra Chiesa
andare lentamente in rovina, perché siamo comodi nelle nostre Parrocchie, nelle
nostre case, ricevendo e continuando a ricevere tanto dal Signore: la Sua Parola , le omelie
del sacerdote, i pellegrinaggi, la Misericordia di Dio nel Sacramento della
confessione, l'unione meravigliosa attraverso il cibo Eucaristico, le
conferenze del tale o del tal'altro predicatore.
In altre parole, stiamo
ricevendo tanto e non abbiamo il coraggio di uscire dalle nostre comodità, di
andare in un carcere, in una casa di correzione, di parlare con chi è più
bisognoso, di dirgli che non si dia per vinto, che è nato cattolico e che la sua Chiesa ha bisogno
di lui, anche lì dove è, sofferente, perché questo suo dolore servirà per redimere
altri, perché questo sacrificio gli farà guadagnare la vita eterna.
Non siamo capaci di
andare negli ospedali dove ci sono i malati terminali e, recitando la coroncina
alla Divina Misericordia, aiutarli con la nostra preghiera in quei momenti di
lotta tra il bene e il male, per liberarli dalle insidie e dalle tentazioni del
demonio. Ogni moribondo ha paura, e anche soltanto tenendo loro la mano, parlando
loro dell'amore di Dio e della meraviglia che li aspetta nel Cielo con Gesù e
Maria e insieme ai propri cari che sono già partiti, reca loro conforto.
L'ora che stiamo
vivendo, non ammette che accettiamo l'indifferenza. Dobbiamo essere la mano
d'aiuto per i nostri sacerdoti, andare dove loro non possono arrivare. Ma per
fare questo, per averne il coraggio, dobbiamo ricevere Gesù, vivere con Gesù,
alimentarci di Gesù. Abbiamo paura di impegnarci un po' di più e quando il
Signore dice: «Cerca prima il Regno di
Dio e il resto ti sarà dato in aggiunta», è ricevere tutto. È cercare il
Regno di Dio utilizzando tutti i mezzi e... aprire le mani per ricevere TUTTO
in aggiunta; perché Egli è il Padrone che paga meglio, l'unico che è attento
anche alle tue più piccole necessità!
Fratello,
sorella, grazie per avermi permesso di portare a termine la missione che mi è
stata affidata, di farti giungere queste pagine.
La
prossima volta che assisterai alla Santa Messa, vivila. So che il Signore
compirà anche in te la promessa che «la tua Messa non sarà mai più quella di prima» e
quando lo ricevi... Amalo...! Sperimenta la dolcezza di riposare tra le piaghe
del Suo costato aperto per te per lasciarti la Sua Chiesa e Sua Madre,
per aprirti le porte della Casa del Padre Suo, e perché tu sia capace di
verificare il Suo Amore Misericordioso attraverso questa testimonianza e di
cercare di corrispondervi con il tuo piccolo amore.
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