Lc 1,39-45
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? | |||
Commento su Lc 1,39-45 «Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! " Lc 1,39-45 Come vivere questa Parola? Il Vangelo di questa IV domenica di Avvento è la porta al prossimo Natale di Gesù ed è una splendida icona di accoglienza, di incontro nella fede che vede protagoniste due donne: Maria e sua cugina Elisabetta. Natale è accoglienza e incontro con la Vita! Ed ecco: un incontro, un abbraccio tra due donne gravide di vita. Elisabetta è gravida di due millenni di attesa e Maria porta in sé l'Eterno atteso. Due donne che incontrandosi si svelano, si riconoscono, si capiscono. Il loro incontro può anche essere letto come l'abbraccio tra l'Antico e il Nuovo Testamento, tra la promessa e il compimento. Ed è vero che solamente incontrandosi si s-velano e capiscono: l'AT diventa chiaro nel nuovo e il NT si riconosce nascosto nell'antico! E l'incontro avviene in un saluto, il saluto ebraico shalòm: pace! Maria non porta solo una parola, un augurio astratto, ma il "compimento" del suo grembo è davvero la Pace: «Egli stesso sarà la pace!» Elisabetta trasalisce e bene-dice, riconosce in Maria la realtà di ogni promessa. L'attesa sta giungendo al termine: è l'inizio di una Nuova realtà! Ho bisogno che tu mi visiti Maria, come hai fatto con Elisabetta; che tu mi porti Gesù, che tu porti la Pace, la Gioia! Sentendo quel saluto "Shalòm" la mia vita si converta al Compimento e alla Benedizione! Maria conducici, prendici per mano e guidaci a Gesù in questo Natale di Misericordia! |
domenica 20 dicembre 2015
Vangelo del giorno 20/12/2015
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