Gv 15,1-8
Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto. | |||
Commento a Gv 15,1-8 Nell'Antico Testamento la vita, ogni vita, sgorga per l'uomo dalla sapienza. Una delle immagini della sapienza è la vite.Gesù è la Sapienza eterna che si è fatta carne, venuta in mezzo a noi per darci la grazia e la verità. Non esistono tralci senza la vite. Non può esistere vite senza tralci. Vita e tralci sono una cosa sola. Se il tralcio si slega dalla vite, non produce più alcun frutto. Così è dell'uomo, se si slega da Cristo Gesù non può fare veramente nulla. È in tutto simile ad un tralcio messo in terra a seccare per essere bruciato nel fuoco. Le verità contenute in questa allegoria di Gesù sono molteplici. Peccato che nessuno più crede in esse. È come se Gesù mai avesse parlato e mai profetizzato la realtà di ogni suo discepolo. Tutto oggi è pensato e vissuto senza Cristo Gesù, fuori di Lui, lontano dal suo corpo. Nessuno pensa che veramente il Padre dei Cieli tagli e poti, innesti ed allontani dalla vite, curandola in ogni tempo perché produca molto frutto. Altri pensano che la via sacramentale sia sufficiente per essere uniti a Cristo Gesù. Gesù non parla di questa via. Parla invece della via della Parola. Rimane in Cristo chi rimane nella sua Parola. È fuori di Cristo chi è fuori della sua Parola, anche se per sacramento è in Cristo. Se non lo diviene anche per Parola - ed è proprio questo il fine - il sacramento viene esposto a nullità. È dato, ma non produce alcun frutto, perché i frutti del cristiano sono la Parola del Signore vissuta in tutta la sua interezza, senza nulla aggiungervi e nulla togliervi. La Parola è tutto per un discepolo di Gesù e ogni cosa deve essere finalizzata a che la Parola sia vissuta per intero, sempre. Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci rimanere nella Parola. |
giovedì 23 luglio 2015
Vangelo del giorno 23/07/2015
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