mercoledì 15 luglio 2015

Vangelo del giorno 16/07/2015

Mt 11,28-30
Io sono mite e umile di cuore.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore


Commento su Mt 11,28-30

Per capire il significato di questa pericope, occorre anzitutto ricordare che “il giogo” era una metafora consueta nel mondo giudaico per indicare la Legge, cioè l’insieme di norme, precetti, usi e tradizioni che il singolo e il popolo dovevano osservare per rimanere nell’alleanza conclusa con Dio al Sinai (cfr. Es.19-20). Accettare di “sottoporsi al giogo” significava accettare i precetti della legge biblica e “prendere il giogo” voleva dire mettersi alla scuola di un maestro per apprendere la legge….

L’espressione “stanchi e oppressi” con cui Gesù si rivolge ai suoi ascoltatori indica, nel linguaggio semitico, proprio quell’oppressione dell’infinita precettistica che gravava sulla gente. Ebbene, ora il Maestro offre ai giudei qualcosa di assolutamente nuovo e diverso: il ristoro, cioè un’insperata liberazione, una serenità, una gioia, una tranquillità che essi, nella situazione quotidiana sopra descritta, non avevano mai conosciuto.

E da che cosa deriva questo “ristoro”? Dal fatto che Gesù propone un altro “giogo” (permane la metafora già spiegata), il suo: esso consiste nella nuova Legge che Gesù fa conoscere attraverso parole e gesti, “nuova” non nel senso che cancelli l’antica, ma nel senso che ne recupera il cuore, l’essenziale, il quale si era perduto, soffocato com’era dalla “selva” di centinaia e centinaia di prescrizioni e proibizioni.

Ora Gesù, essendo il Figlio per eccellenza (come abbiamo visto al v.27), conosce il Padre e sa quello che Dio voleva quando consegnò la Legge a Mosè per stringere l’alleanza, quali erano le Sue intenzioni profonde. Di fronte alle degenerazioni e ai travisamenti che abbiamo ricordato, Egli reagisce adeguatamente, ricordando a scribi, farisei (e noi) quelle che sono davvero le prescrizioni più importanti della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà (Mt.23,23) e soprattutto quello che è il centro, il cuore della Torah: amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come se stessi (cfr. Mt.22,36-40).  

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