Mt 11,28-30
Io sono mite e umile di cuore. | |||
Commento su Mt 11,28-30 Per capire il significato di questa pericope, occorre anzitutto ricordare che “il giogo” era una metafora consueta nel mondo giudaico per indicare la Legge, cioè l’insieme di norme, precetti, usi e tradizioni che il singolo e il popolo dovevano osservare per rimanere nell’alleanza conclusa con Dio al Sinai (cfr. Es.19-20). Accettare di “sottoporsi al giogo” significava accettare i precetti della legge biblica e “prendere il giogo” voleva dire mettersi alla scuola di un maestro per apprendere la legge….
L’espressione “stanchi e oppressi” con cui Gesù si rivolge
ai suoi ascoltatori indica, nel linguaggio semitico, proprio quell’oppressione
dell’infinita precettistica che gravava sulla gente. Ebbene, ora il Maestro
offre ai giudei qualcosa di assolutamente nuovo e diverso: il ristoro, cioè
un’insperata liberazione, una serenità, una gioia, una tranquillità che essi,
nella situazione quotidiana sopra descritta, non avevano mai conosciuto.
E da che cosa deriva questo “ristoro”? Dal fatto che Gesù
propone un altro “giogo” (permane la metafora già spiegata), il suo: esso
consiste nella nuova Legge che Gesù fa conoscere attraverso parole e gesti,
“nuova” non nel senso che cancelli l’antica, ma nel senso che ne recupera il
cuore, l’essenziale, il quale si era perduto, soffocato com’era dalla “selva”
di centinaia e centinaia di prescrizioni e proibizioni.
Ora Gesù, essendo il Figlio per eccellenza (come abbiamo
visto al v.27), conosce il Padre e sa quello che Dio voleva quando consegnò la
Legge a Mosè per stringere l’alleanza, quali erano le Sue intenzioni profonde.
Di fronte alle degenerazioni e ai travisamenti che abbiamo ricordato, Egli
reagisce adeguatamente, ricordando a scribi, farisei (e noi) quelle che sono
davvero le prescrizioni più importanti della Legge: la giustizia, la
misericordia e la fedeltà (Mt.23,23) e soprattutto quello che è il centro, il
cuore della Torah: amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come se stessi
(cfr. Mt.22,36-40).
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mercoledì 15 luglio 2015
Vangelo del giorno 16/07/2015
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