Gv 13,16-20
Chi accoglie colui che manderò, accoglie me. | |||
Commento su Gv 13, 16-20 "In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato." Gv 13,16- 20 Come vivere questa Parola? In queste tre righe del Vangelo giovanneo ricorre per ben tre volte il verbo accogliere: un verbo che ti apre a forti significazioni di vita. E' la scena dell'uccello madre che accoglie lo svolatino dopo il suo primo volo, è la corolla del fiore che accoglie la vitalità industriosa dell'ape, sono le braccia aperte di una madre o di un padre che accolgono un figlio che chiede amore e perdono. Si, "accogliere" è un verbo che fa luce e dà colore. Soprattutto se arrivi a intendere in profondità questa parola di Gesù: "Chi accoglie colui che io manderò" a cui si aggancia tutto il resto. "Chi è che Tu mandi, Signore?" Ovviamente quelli che mi comunicano la Tua Parola, amministrano i sacramenti, i sacerdoti, i profeti che anche oggi fanno luce su come vivere il Tuo Vangelo. Ma credo proprio che Tu voglia aprirmi il cuore a più luminosi spazi dell'esistenza. Ogni uomo che io incontro nelle mie giornate è mandato da Te, Signore. Perché è quel prossimo che Tu vuoi io m'impegni ad amare, è quella persona in cui la Fede mi fa ravvisare Te, Signore Gesù. Che splendida verità mi comunichi con questo tema dell'accogliere! Accogliere è abbraccio che si approfondisce e si amplifica fin - Tu mi dici - ad accogliere non Te solo ma perfino il Padre, l'ONNIPOTENZA dell'Amore che non cessa mai di amare. Proprio perché non cessa di accogliere il Figlio e noi tutti in Lui. Grazie Gesù! So che diventando più capace di larga accoglienza, sarò più uomo, più cristiano, più felice di vivere. |
mercoledì 20 aprile 2016
Vangelo del giorno 21/04/2016
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