Gv 20,19-31
Otto giorni dopo venne Gesù. | |||
Commento su Giovanni 20,19-31 "Pace a voi!" Gv 20,19-31 Come vivere questa Parola? Per ben tre volte, in questo breve brano evangelico, risuona il saluto di Gesù: "Pace a voi!", che si identifica con il bene messianico. Una realtà che biblicamente dice molto di più che non assenza di guerra o di conflittualità. Non si identifica neppure con uno stato di tranquillità. Pace dice pienezza di ogni positività, pienezza dell'essere, e, in quanto tale, non può procedere che da Dio: suo dono! Più volte Gesù l'aveva promessa, mantenendola ben distinta da esperienze similari conseguibili con le forze umane. Ora, da Risorto la effonde nel cuore dei suoi amici, facendone il segno tangibile della sua presenza. Un dono che sgorga dalla croce, ponte che ricongiunge il cielo alla terra e si estende ad abbracciare l'intera umanità, ricomponendo così quell'unità infranta dal peccato e ricostituita nel "Nome" di Cristo, Verbo incarnato -immolato -risorto, e consegnata a noi come dono e come impegno. Si tratta, infatti, di una realtà essenzialmente relazionale che, di conseguenza, da un lato va umilmente e gioiosamente accolta, dall'altro esige un paziente lavoro di convergenza nel segno dell'autenticità, cioè della verità del proprio essere: intreccio di povertà e di grandezza, a cui ci richiama drammaticamente la nudità del Crocifisso. Riconciliato con se stesso, creatura fragile e limitata ma segnata da una inalienabile impronta divina che lo rende costituzionalmente immagine di Dio, l'uomo può tornare a volgere verso Dio e verso i fratelli uno sguardo libero e liberante, pacificato e pacificante. Fammi andare, Signore, alla radice delle mie paure che generano inquietudine e diffidenza. Aiutami a rappacificarmi con la mia realtà creaturale e a coniugarla con la vocazione ad essere tua immagine, per poter lasciar fiorire in me e intorno a me il tuo dono pasquale: la pace! |
sabato 2 aprile 2016
Vangelo del giorno 03/04/2016
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