domenica 26 aprile 2015

Vangelo del giorno 27/04/2015

Gv 10,1-10
Io sono la porta delle pecore.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

Parola del Signore


Commento su Giovanni 10,1-10
Io sono la porta.
Gv 10,1-10


Come vivere questa Parola?

"Io sono la porta": e subito si spalanca dinanzi ai nostri occhi un orizzonte aperto, arioso, invaso dalla luce, e, al tempo stesso, il tepore invitante di una casa ben custodita. La porta è infatti quanto garantisce la sicurezza, il calore, l'intimità dell'ambito familiare e insieme la possibilità di entrare e uscire, spaziando liberamente.

Sotto la metafora è la realtà del Risorto che con la sua croce si è eretto a baluardo contro il nemico: vero buon pastore che non ha esitato a esporre la propria vita per mettere in salvo il suo gregge reintroducendolo nel Regno del Padre suo, a casa da dove si era sventatamente allontanato.

Ma con la stessa croce ha spalancato dinanzi ad esso la visione di una vita inondata di luce che non conoscerà la parola: fine. 

È risorto come primizia a cui seguiranno i "molti" per cui ha versato il suo sangue. Egli li mette in guardia da quanti si introducono in casa non passando dalla porta e cercando di ammaliarli con proposte avvincenti ma incapaci di assicurare pienezza di vita. Li precede nel cammino, li nutre con il Pane del suo Corpo, li soccorre e sostiene nel loro andare con i sacramenti. 

È il nostro quotidiano che si corre il rischio di vivere con superficialità e quindi senza coglierne tutta la pregnanza. Sì, questa porta è spalancata nella mia esistenza, invito a restare con lui nell'intimità del cuore e, al tempo stesso, a uscire dietro di lui per trovare quanto può darmi vita.

A questo penserò nel mio rientro al cuore.

Rendimi, Signore, attento a non cadere nei lacci di quanti non passano per te-porta, e pronto a seguirti dove tu vuoi condurmi.

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