giovedì 25 febbraio 2016

Vangelo del giorno 26/02/2016

Mt 21,33-43.45
Costui è l’erede. Su, uccidiamolo!

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

Parola del Signore


Commento su Mt 21, 33-43.45

"Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: "Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede, venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori dalla vigna e l'uccisero."

Mt 21, 33-43.45

Come vivere questa Parola?

Attraverso questa Parola riusciamo ad intuire lo stato d'animo del Signore Gesù. Ha fatto di tutto per annunciare le caratteristiche del Regno di Dio che lui è venuto a portare; ha guarito gli infermi; ha risuscitato i morti. Eppure, attorno a lui c'è un clima di sospetto, di violenza, di rifiuto. Il Maestro allora ricorre alla parabola. La vigna amata dal Signore rappresenta ciascuno di noi e il popolo di Dio in generale. Dio la ama con passione e si aspetta un raccolto abbondante. Invece riceve insofferenza e violenza. Lo stesso capita oggi. Quanti inviati di Dio sono stati e sono ancora maltrattati nel mondo: pensiamo ai paesi del medio oriente, dell'Africa e dell'Asia: essere cristiani in molti di questi paesi è pericoloso. Anche in Italia, e in occidente in generale, il cristianesimo e i veri cristiani subiscono spesso umiliazioni e pregiudizi. E c'è un'altra dimensione da non dimenticare: la vigna rappresenta ciascuno di noi. E ciascuno di noi ambisce a diventare padrone assoluto della sua vita, a conquistarsi la propria presunta "libertà" buttando fuori dalla nostra vita ogni riferimento a Dio pensiamo di diventarne padroni e non custodi. Eppure il nostro Dio continua a guardare la sua vigna, che siamo noi, con gli occhi dell'amore e la circonda di cure: che cosa potevo fare per te e non ho fatto? Canto d'amore di un Dio appassionato. E noi cosa rispondiamo?

Oggi, la nostra preghiera silenziosa sarà un canto di riconoscenza e lode.

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