Mt 18,21-19,1
Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. | |||
Commento su Matteo 18,21 - 19,1 Il vangelo di oggi ci introduce nel difficile discorso sul perdono: siamo chiamati a perdonare come Dio perdona, siamo chiamati a perdonare perché noi per primi siamo stati perdonati. Il discepolo scopre di essere perdonato dal Padre senza condizioni e questa scoperta lo riempie di meraviglia e lo rende capace, a sua volta, di perdonare oltre ogni ragionamento umano. Non perdoniamo perché siamo migliori, né perdoniamo perché l'altro cambi in conseguenza al nostro perdono. Perdoniamo perché l'odio uccide noi che lo proviamo, non la persona verso cui lo indirizziamo! Perdoniamo per imitare il Padre, perdoniamo perché siamo tutti debitori gli uni verso gli altri e il perdono ci rende liberi. Il perdono non cancella il ricordo, non è un'amnesia. A volte si dice: perdono ma non dimentico. È ovvio che sia così! Se una persona ha rovinato la mia vita, il solo vederla mi scuote e mi fa soffrire. Il perdono non cancella l'esigenza della giustizia, ma non fa della giustizia un idolo. Pietro, e noi, siamo invitati ad imitare il padrone che condona il nostro debito immenso e perdonare coloro che a noi devono soltanto pochi soldi...Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi, dateci la scienza del perdono. |
mercoledì 12 agosto 2015
Vangelo del giorno 13/08/2015
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