sabato 25 giugno 2016

Vangelo del giorno 26/06/2016

Lc 9,51-62
Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada.

Dal Vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Parola del Signore


Commento su Lc 9,51-62

Gesù indurisce il volto si incammina senza indugio verso la città che uccide i profeti, che massacra ogni opinione, che annienta ogni novità creduta pericolosa. Dai suoi discepoli pretende la stessa convinzione.

La determinazione nell'annuncio del Vangelo non può mai diventare violenza, anche solo verbale, anche per una buona causa. La sconfortante figuraccia di Giovanni il mistico ammonisce i fratelli che hanno avuto la gioia di sperimentare la dolcezza della preghiera e della meditazione, del silenzio e della contemplazione, raggiungendo vette spirituali non abituali nel percorso di fede. L'avere ricevuto enormi grazie non ci mette al riparo da clamorosi errori, tanto peggiori quanto motivati da presunte rivelazioni interiori. Il discepolo è un amante della pace, un pacifista pacificato, uno che sa che la scelta del Vangelo è - appunto - una scelta, uno che sa valutare il fallimento del proprio annuncio nella paziente logica del Vangelo. Non basta una bella esperienza di fede per avere un cuore convertito, né un'intensa vita di preghiera per non cadere nel rischio di fanatismo e di intolleranza. Quante volte misuriamo la nostra pastorale dai risultati, pur convinti - in teoria - che ciò che a noi è chiesto è solo di seminare, ma scoprendoci depressi in realtà, se non vediamo dei frutti. La logica del Regno ci fa credere che Dio solo suscita la fede. Il discepolo dimora nella pace, perché sa che è il Maestro che annuncia e conosce, e noi a corrergli dietro..

Nessun commento:

Posta un commento