Lc 11,37-41
Date in elemosina, ed ecco, per voi tutto sarà puro. | |||
Commento su Luca 11,37-41 Gesù contesta l'atteggiamento esteriore del fariseo che, dopo averlo invitato a pranzo, si scandalizza della sua libertà interiore. È una brutta malattia, il fariseismo, che contagia, troppo spesso, anche noi bravi cattolici. Colpisce, normalmente, coloro che con devozione vogliono avvicinarsi a Dio con sincerità di cuore. È lì che l'avversario li aspetta, per suggerir loro lo scrupolo spacciato per ardore di spirito. Gesù contrappone alla scrupolosa osservanza della norma un cuore leggero e libero, che sta più attento al dentro che al fuori. E invece. Ho visto litigi abnormi tra cristiani su come debba andare vestito un prete o su quale orario scegliere per la celebrazione domenicale...troppe volte nella Chiesa ingrandiamo i problemi piccoli così che i veri problemi restano nascosti. Il Rabbì ci insegna a guardare col cuore, a giudicare con tenerezza, ad andare all'essenziale, a conservare con intelligenza i gesti, i riti, le abitudini riempiendole di significato e di verità e a dare in elemosina il dentro. Frase misteriosa eppure densa di profezia quella che Gesù pronuncia: l'elemosina che siamo chiamati a dare non è quella doverosa al fratello povero ma, soprattutto, quella molto più difficile di noi stessi. Diamo in elemosina la nostra stessa vita, regaliamola al Signore perché la faccia diventare testimonianza per i fratelli, spendiamoci per il Regno, il grande sogno di Dio. |
martedì 11 ottobre 2016
Vangelo del giorno 11/10/2016
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