giovedì 15 settembre 2016

Vangelo del giorno 15/09/2016

Gv 19,25-27
Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Parola del Signore.


Oppure (Lc 2,33-35: Anche a te una spada trafiggerà l’anima):

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Parola del Signore


Commento su Giovanni 19,25-27

Maria sta sotto la croce. Sta, dimora, non si muove, non fugge. Non urla la sua rabbia verso un Dio che promette e non mantiene, non si ribella come ci si attende all'epilogo assurdo e drammatico della vicenda del Nazareno. Suo figlio. L'hanno lasciata avvicinare, i carnefici, forse per un recondito moto di pietà verso una madre che vede morire un figlio. Il dolore è straziante ma la madre sta. Dimora, irremovibile nella fede. In quel momento solo lei e pochi altri rappresentano la Chiesa. Si sono stancati i discepoli, sono fuggiti gli apostoli, la nascente Chiesa si è sbriciolata al primo soffio di vento. Maria no. La prima che ha creduto non cede, dimora, resta ai piedi della croce. E quel dimorare l'ha fatta diventare icona di speranza per quanti, nella storia, hanno vissuto momenti tragici. Quel dolore affrontato senza cedimenti, senza tracolli, è diventato l'albero alla cui ombra ci rifugiamo. Quando il dolore ci interrompe la vita e sembra cancellare ogni cosa, Maria ci sostiene e ci aiuta a non cedere, a dimorare, a credere. A lei affidiamo la nostra vita nel momento della prova, per imparare ad attendere la resurrezione.

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