Lc 7,11-17
Ragazzo, dico a te, àlzati! | |||
Commento su Luca 7, 11-17 Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Lc 7, 14-15 Come vivere questa Parola? Gesù e la morte Il viaggio che Gesù fa nella terra di Israele sembra preoccupato non tanto di mete geografiche da raggiungere, quanto invece di arrivare alle situazioni che invocano salvezza e che erano già citate nella profezia di Isaia, quella letta da Gesù stesso nella sinagoga di Cafarnao, all'inizio della sua missione pubblica e che ne restituiscono il senso. Gesù, passo dopo passo, si manifesta come il Cristo, l'inviato di Dio a compiere la rivelazione. E il suo modo di procedere è disarmante, coinvolgente: non per proclami o rivendicazioni, ma con incontri inattesi, che si realizzano nella quotidianità delle persone, attraversando i loro sentimenti, rivisitando le ferite e le incoerenze, ritrovando in tutto ciò la traccia che riconduce a Dio. Qui Gesù affronta la morte, quella morte ingiusta e incomprensibile che travolge gli innocenti. Il figlio di Dio si ferma davanti ad una madre che sta accompagnando suo figlio al cimitero. A lei chiede di non piangere, al ragazzo dice di alzarsi. Le parole sue da suoni si fanno realtà. La speranza riaccende il cuore della madre, la vita riabita le membra del giovane. Uno è restituito all'altro. La morte è sconfitta, non ha più potere sulla vita. Nell'insieme abbiamo qui un anticipo delicato della morte del Figlio di Dio che ridarà la vita e la speranza a tutta l'umanità. Signore, aiutaci ad andare oltre logiche di morte, aiutaci a metterci a servizio della vita, della vita vera, abbondante in tutti! |
martedì 13 settembre 2016
Vangelo del giorno 13/09/2016
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