Lc 10,13-16
Chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato. | |||
Commento su Luca 10,13-16 È seria la salvezza, è molto seria. Gesù è venuto per annunciare il volto di Dio, per convertire il cuore degli uomini e orientarlo al bene assoluto della sua presenza. Ha svelato il volto di un Dio misericordioso, grande nell'amore, che chiede all'uomo amicizia e collaborazione, un volto già conosciuto da Israele ma continuamente offuscato dall'incoerenza degli uomini di religione. È seria, la salvezza, chiede ascolto, chiede verità, chiede passione. Molti, invece, rifiutano di ascoltare il Signore: sanno già tutto, sono figli di Israele, hanno la promessa in tasca, cos'hanno da temere? Sono gli altri, le città pagane che subiranno il castigo divino! E Gesù li ammonisce: guai a chi presume di non avere bisogno di salvezza! Guai a chi crede di credere, a chi pensa di sapere già tutto... Così per noi: quanto è difficile parlare di Gesù ai cristiani: sanno già tutto! Troppo spesso viviamo la nostra fede come una cosa scontata, come una buona abitudine che ha bisogno solo di essere custodita e nulla più... quanto ci sbagliamo! Prendiamo sul serio chi ci prende sul serio, mettiamoci in discussione perché la Parola dimori in noi con abbondanza e porti frutti di conversione... |
venerdì 30 settembre 2016
Vangelo del giorno 30/09/2016
giovedì 29 settembre 2016
Vangelo del giorno 29/09/2016
Gv 1,47-51
Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo. | |||
Commento su Giovanni 1,47-51 Sono angeli speciali, "super", che Dio invia in casi particolari. Arcangeli che lavorano alla diffusione del Regno e che sono nostri alleati nella lotta contro la parte oscura della realtà. Volano, gli angeli. Nelle nostre vite, nelle nostre vicende, nelle nostre fatiche. Volano, questi compagni di Dio, puri spiriti parte della realtà che interagiscono con noi. Sono presenti nella Bibbia e guai a toglierli dal nostro orizzonte di fede! Esistono e operano, anche se una certa cultura scientifica storce il naso davanti a tutto ciò che non si può misurare e catalogare. Ma, grazie al cielo, la realtà è molto più ampia di ciò che riusciamo a vedere. E tutte le nostre scoperte scientifiche e le nostre abilità non sono riuscite ad analizzare che il 4% dell'universo... Nel restante 96% mettiamoci questi amici di Dio che lavorano alla diffusione del Regno! Oggi la Bibbia ci ricorda tre di loro, angeli con compiti particolari: Gabriele che Dio utilizza per inviare dei messaggi, Raffaele che ci accompagna nel cammino e ci guarisce e Michele, che combatte per noi. A volte ho l'impressione che li lasciamo disoccupati, e non ci ricordiamo affatto di coinvolgerli nelle nostre vicende. Chiedere aiuto a Gabriele per riallacciare una comunicazione difficile, invocare Raffaele per la cura di una persona amata, pregare Michele che ci aiuta a superare il maligno, sono modi concreti di sentirli accanto a noi. |
mercoledì 28 settembre 2016
Vangelo del giorno 28/09/2016
Lc 9,57-62
Ti seguirò dovunque tu vada. | |||
Commento su Luca 9,57-62 "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". Lc 9,57-62 Come vivere questa parola? Il brano del Vangelo di oggi è un invito al discernimento per chi vuole essere discepolo di Gesù. La scelta fondamentale non è per un tipo di vita piuttosto che un altro, ma di una persona: Cristo. Il cammino da percorrere è la graduale identificazione del nostro spirito col suo Spirito. La difficoltà sorge dal fatto che noi abbiamo i nostri desideri e le nostre priorità che si oppongono, a volte, alla sequela di Gesù. Il primo interlocutore, nel vangelo di oggi, si dice pronto a seguire Gesù ovunque; Gesù lo invita a riflettere su che cosa significa la sequela: include la volontà di offrire se stesso e accettare povertà, umiliazioni, rifiuto, tutto per amore di Dio e per collaborare con Cristo alla salvezza dell'umanità. Gli altri due presentano il loro desiderio di seguirlo ma sono attaccati affettivamente ai loro cari. Gesù qui non vuol entrare nell'argomento della sacralità delle relazioni umane; egli puntualizza la priorità di Dio che esige un distacco da tutto per poi, giungere a rapportarsi con gli altri in modo adeguato e autentico. Nella mia pausa contemplativa, rifletto sul fatto che la mia volontà è sovente divisa tra il desiderio sincero di seguire Gesù e la paura di perdere le mie sicurezze personali: il benessere, gli amici, il fare come voglio io ... Signore Gesù, sono debole! Voglio te, voglio con tutto il cuore la vita eterna nel seno della Trinità, ma fatico ad accettare e utilizzare i mezzi a mia disposizione per vivere una vita pienamente impegnata. Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio Vivente, abbi pietà di me! |
martedì 27 settembre 2016
Vangelo del giorno 27/09/2016
Lc 9,51-56
Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. | |||
Lc 9,51-56 Come vivere questa Parola? Sotto il diverso modo di reagire al rifiuto dei samaritani possiamo leggere un diverso modo di vivere se stessi. Gesù, come ci ricorda il versetto all'Alleluia, è risoluto nella sua decisione di farsi servo fino alla fine, senza risparmio. E quando una decisione ha conquistato il cuore in maniera così totalizzante non c'è rifiuto che possa metterla in crisi. Al contrario i due discepoli sono ancora dentro una logica di potere. Sentono di poter invocare un fuoco dal cielo e sono tentati di usare questa "capacità" per affermare se stessi e "consumare" chi gli si oppone. In Gesù convivono la fermezza e la misericordia: fermezza nel compiere quanto deve, misericordia nel leggere i sentimenti che albergano nel cuore di coloro che lo avvicinano. In Giovanni e Giacomo convivono invece desiderio di seguire il Maestro e la volontà di affermare se stessi e di difendersi ad ogni costo. Ma un conto è indurire il volto per conseguire il bene, un conto è indurirlo contro qualcuno. Dopo il rimprovero di Gesù il vangelo ci ricorda che tutti si rimisero in cammino: probabilmente per due discepoli il movimento fu non solo dei piedi ma anche del cuore: passare dall'usare un potere e la propria forza per difendersi ed attaccare all'usarli per decidere e ri-decidere ogni giorno di plasmarsi sulla forma del Cristo. Tu vedi, mio Signore, la mia debolezza e il mio orgoglio. Osservi ogni giorno gli scudi che alzo davanti al volto di chi non è come me o mi rifiuta. Conosci la tentazione di usare le mie capacità per ferire e non per servire. Tu che mi ami così come sono aiutami ad assomigliarti sempre più. |
lunedì 26 settembre 2016
Vangelo del giorno 26/09/2016
Lc 9,46-50
Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande. | |||
Commento su Luca 9,46-50 Sono infantili i discepoli. Ma non nel senso evangelico del termine, non sono bambini in maniera positiva! Sono infantili perché Gesù sta per confidare loro di essere disposto a morire per annunciare il vero volto del padre: ha indurito il volto per salire a Gerusalemme. E davanti a tanta determinazione, in un momento drammatico cosa fanno i suoi migliori amici? Discutono su chi fra di loro sia il più importante, come se Gesù non avesse detto nulla... Non ottiene conforto, il Signore, e nemmeno incoraggiamento, solo l'incomprensione totale dei suoi. E si fa da parte, il Maestro, cogliendo l'occasione per ribadire quale sia la logica del Regno, in cui più si è in alto e più si diventa servi. Sono infantili i discepoli: vogliono dare la patente di predicatore solo a chi garba loro, cercando di preservare l'esclusiva dell'annuncio. E il Signore li ammonisce e li invita a guardare le tante cose positive che lo Spirito suscita nel cuore di chi cerca Dio e ne parla con coscienza e consapevolezza. A noi, ora, discepoli del risorto: e se provassimo a essere meno infantili e più evangelici, oggi ? |
Medjugorje Messaggio del 25/09/2016
Ultimo Messaggio di Medjugorje, 25 settembre 2016
"Cari figli! Oggi vi invito alla preghiera. La
preghiera sia per voi vita. Soltanto così il vostro cuore si riempirà di pace e
di gioia. Dio vi sarà vicino e voi lo sentirete nel vostro cuore come un amico.
Parlerete con Lui come con qualcuno che conoscete e, figlioli, sentirete il
bisogno di testimoniare perché Gesù sarà nel vostro cuore e voi sarete uniti in
Lui. Io sono con voi e vi amo tutti con il mio amore materno. Grazie per aver
risposto alla mia chiamata”. "
venerdì 23 settembre 2016
Vangelo del giorno 23/09/2016
Lc 9,18-22
Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto. | |||
Commento su Lc 9,18-22 «Tu sei il Cristo di Dio. (...) Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto» Lc 9,18-22 Come vivere questa Parola? Il popolo ha pareri molto diversi sulla vera identità di Gesù: alcuni lo considerano Giovanni Battista, altri Elia, altri uno degli antichi profeti. Gesù allora - in un contesto di preghiera e prima dell'annuncio della passione - si rivolge direttamente agli apostoli: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro gli risponde senza esitare e con sicurezza: «Il Cristo di Dio». Questa stessa domanda ha percorso i secoli e si ripropone per ciascuno di noi: siamo anche noi pronti a dare una risposta così chiara e decisiva? Troviamo anche noi un momento per rispondere a questa domanda: «Chi è per me Gesù?»: il Signore stesso ci interroga e ci stimola nel profondo della nostra coscienza. Anche la strada della croce ci può aiutare a conoscere meglio, Gesù, presentatosi come il Messia sofferente, ma alla fine risorgente dalla morte. Riconoscere Gesù come il Cristo significa seguirlo come Dio e Signore della vita, come l'amico sincero e generoso da imitare; accoglierlo anche nel dolore e nell'aridità del cuore, considerarlo come l'unico che può riempire di gioia e di felicità una vita. O Signore, aiutami a riconoscere la tua presenza nella Parola divina, nell'Eucarestia, nelle persone che mi poni accanto: spesso sei per me nostalgia, fuoco, tormento, desiderio... diventa per me dono immenso d'amore, l'assoluto della mia esistenza. |
mercoledì 21 settembre 2016
Vangelo del giorno 21/09/2016
Mt 9,9-13
Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori. | |||
Commento su Matteo 9,9-13 In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mt 9,9-13 Come vivere questa Parola? Gesù e la chiamata Il Vangelo di oggi ci ripropone un altro aspetto della gratuità della presenza di Gesù. Il suo chiamare, il suo sollecitare le persone a prendere coscienza di avere un progetto di vita da condividere con lui, non è all'insegna dell'opportunismo. Gesù non dice a chi chiama: "Ho bisogno di te, perché sei bello, bravo, competente, ricco". Gesù chiama indistintamente. La risposta della persona determinerà la bellezza, la necessità, la competenza, la ricchezza nella misura in cui il dono di Dio verrà da lei accolto. Questa è fede, fede che mette in cammino, che pone l'uomo in ricerca, alla vera sequela di Gesù. Signore, fa nessuno rimanga indifferente alla tua voce che invita a seguirti. Fa' che la nostra risposta rimanga nel tempo gratuita e generosa come fu la tua chiamata. |
martedì 20 settembre 2016
Vangelo del giorno 20/09/2016
Lc 8,19-21
Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica. | |||
Commento su Lc 8,19-21 Gesù propone un modello famigliare e di relazione che supera ampiamente l'idea sociale e culturale che ci siamo fatti della famiglia e delle relazioni umane (anche noi cattolici!). All'epoca di Gesù l'influenza del clan famigliare era determinante, fortissima, e tutto ruotava intorno alle decisioni del capo-famiglia. La Bibbia riflette lungamente sulle qualità del buon capo-famiglia confermando l'impianto culturale di tale ruolo. Gesù, invece, supera questa impostazione: l'unione fra le persone non è più determinata da legami di sangue ma dalla consapevolezza di essere figli dello stesso Dio, di fare la stessa esperienza di fede, di appartenere alla stessa comunità di vita. Chi ascolta la Parola e la accoglie stabilisce con gli altri fratelli legami più autentici e profondi di quelli, spesso di facciata, determinati dall'appartenenza allo stesso clan. È l'esperienza che fanno molti di noi che vivono un'intensità di relazione molto forte con chi ha fatto la nostra stessa scoperta: siamo figli amati dal Padre. È una consolazione immensa, e non solo per chi ha vissuto una sconfortante esperienza famigliare e che ritrova nel sogno di Dio che è la Chiesa la possibilità di essere accolto e di accogliere, ma per tutti! |
lunedì 19 settembre 2016
Vangelo del giorno 19/09/2016
Lc 8,16-18
La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. | |||
Commento su Lc 8,16-18 La luce ricevuta dal vangelo illumina tutta la nostra vita, contagia le nostre scelte, cambia il nostro modo di essere e le nostre decisioni, ci converte. E si vede. Se non si vede, dice il Signore, non è un buon segno, significa che abbiamo paura della luce, che finiamo col mettere la luce potente del vangelo sotto lo sgabello invece che sul lampadario, come dovrebbe essere. Poi Gesù parla dell'ascolto: la luce si accende grazie all'ascolto della Parola che ci cambia nel profondo e che, una volta accolta, porta frutto. Spesso, invece, ascoltiamo superficialmente, crediamo di credere, sappiamo già a sufficienza le cose di Dio, cosa c'è ancora da imparare? La Parola, invece, vive di una vita propria, letta e riletta cento volte illumina le nostre profondità se abbiamo il coraggio di spalancare il nostro cuore. In questi tempi di fatica siamo chiamati come Chiesa ad interrogarci sulla Parola e a lasciarci interrogare dalla Parola e pure a riflettere sul fatto che spesso la confondiamo con mille altre parole (belle e sante ma umane!). No, molte volte non è evidente che stiamo parlando del vangelo e di Dio, non è immediatamente accessibile ciò che vogliamo dire, incrostato da linguaggi incomprensibili e lontani dalla concretezza delle persone... |
venerdì 16 settembre 2016
Vangelo del giorno 16/09/2016
Lc 8,1-3
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che li servivano con i loro beni. | |||
Commento su Lc 8, 1-3 "Gesù se ne andava per città e villaggi predicando e annunciando la buona notizia del Regno di Dio. C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e infermità". Lc 8, 1-3 Come vivere questa Parola? Com'è bella questa itineranza di Gesù! Non se ne sta dentro le mura protettive di una fissa dimora. Se ne va in cerca di quelli che è venuto a salvare. E, appunto, annuncia loro che la salvezza è il Regno di Dio: Lui stesso e il Vangelo che il Padre gli ha detto di far conoscere come vero progetto di vita e salvezza. L'evangelista annota che erano con Lui i 12 apostoli e alcune donne. Non precisamente delle santarelline ma persone al femminile che Gesù aveva reso libere, nuove e fervide. Gli spiriti del male e le infermità (ogni genere di rifiuto e impedimento della vita) era stato vinto da Colui che ha proclamato e dimostrato di essere, per eccellenza, Vita e Risurrezione (cfr. Gv 3,16). E' un Gesù che, nella Fede, anch'io incontro. Oggi. Sulle strade di questa mia vita, di questa nostra storia. Devo solo sollecitarLo a farmi attenta e consapevole della Sua Presenza, della sua volontà di guarirmi da desideri non buoni, da pensieri e sentimenti d'invidia, gelosia e da quell'acquiescienza che è distruttiva della vita: quella vera che è, invece, in modi svariati, dono di sé! Signore Gesù, come le donne che ti seguivano sulle strade della Palestina, anch'io ti seguo, nel desiderio di essere continuamente toccato e guarito in profondità dalla tua Parola. In tal modo potrò correre, libero e lieto, cercando di vivere il tuo Regno che già qui e ora si esprime negli insegnamenti del tuo Vangelo |
giovedì 15 settembre 2016
Vangelo del giorno 15/09/2016
Gv 19,25-27
Ecco tuo figlio! Ecco tua madre! | |||
Commento su Giovanni 19,25-27 Maria sta sotto la croce. Sta, dimora, non si muove, non fugge. Non urla la sua rabbia verso un Dio che promette e non mantiene, non si ribella come ci si attende all'epilogo assurdo e drammatico della vicenda del Nazareno. Suo figlio. L'hanno lasciata avvicinare, i carnefici, forse per un recondito moto di pietà verso una madre che vede morire un figlio. Il dolore è straziante ma la madre sta. Dimora, irremovibile nella fede. In quel momento solo lei e pochi altri rappresentano la Chiesa. Si sono stancati i discepoli, sono fuggiti gli apostoli, la nascente Chiesa si è sbriciolata al primo soffio di vento. Maria no. La prima che ha creduto non cede, dimora, resta ai piedi della croce. E quel dimorare l'ha fatta diventare icona di speranza per quanti, nella storia, hanno vissuto momenti tragici. Quel dolore affrontato senza cedimenti, senza tracolli, è diventato l'albero alla cui ombra ci rifugiamo. Quando il dolore ci interrompe la vita e sembra cancellare ogni cosa, Maria ci sostiene e ci aiuta a non cedere, a dimorare, a credere. A lei affidiamo la nostra vita nel momento della prova, per imparare ad attendere la resurrezione. |
mercoledì 14 settembre 2016
Vangelo del giorno 14/09/2016
Gv 3,13-17
Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo. | |||
Commento su Gv. 3,13-17 "Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui" Gv. 3,13-17 Come vivere questa Parola? Riprendere il cammino della PAROLA DI DIO con quest'affermazione fortissima del Vangelo di Giovanni è come ossigenarsi l'anima, il cuore e la vita. Molta gente ha buttato ai rovi la propria identità cristiana perché non ha preso mai contatto vero e profondo con quanto vien detto qui. In fondo ciò che domina l'uomo ancora oggi è la paura. Che si annidi nella sua parte inconscia o che lo assedi dopo errori commessi, non sempre lo si sa appurare. La paura è distruttiva, proprio perché è come nerofumo di confusione da cui però emerge un guaio serio: la falsa immagine di Dio. Dopo aver ascoltato tante persone so che molte pensano a un "Dio" castigamatti, pronto a scagliare fulmini sul peccatore. Non è così! Dio vuole che tu, che io e ognuno di noi sia salvo. La prova? Ascoltiamo ancora Giovanni: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito perché chiunque crede in Lui non vada perduto ma abbia la vita eterna" (Gv. 3.16). Si, il Padre ci ha dato Gesù, Suo Figlio: non su un letto di rose ma su quell'obbrobrio che era il supplizio della Croce. Gesù così aveva preso su di sé tutto il marciume del peccato, tutto il male del mondo. E fu questo il modo concreto per dire a ognuno: ti voglio così bene che muoio per te. Ti voglio salvo, ti libero dalla paura. |
martedì 13 settembre 2016
Vangelo del giorno 13/09/2016
Lc 7,11-17
Ragazzo, dico a te, àlzati! | |||
Commento su Luca 7, 11-17 Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Lc 7, 14-15 Come vivere questa Parola? Gesù e la morte Il viaggio che Gesù fa nella terra di Israele sembra preoccupato non tanto di mete geografiche da raggiungere, quanto invece di arrivare alle situazioni che invocano salvezza e che erano già citate nella profezia di Isaia, quella letta da Gesù stesso nella sinagoga di Cafarnao, all'inizio della sua missione pubblica e che ne restituiscono il senso. Gesù, passo dopo passo, si manifesta come il Cristo, l'inviato di Dio a compiere la rivelazione. E il suo modo di procedere è disarmante, coinvolgente: non per proclami o rivendicazioni, ma con incontri inattesi, che si realizzano nella quotidianità delle persone, attraversando i loro sentimenti, rivisitando le ferite e le incoerenze, ritrovando in tutto ciò la traccia che riconduce a Dio. Qui Gesù affronta la morte, quella morte ingiusta e incomprensibile che travolge gli innocenti. Il figlio di Dio si ferma davanti ad una madre che sta accompagnando suo figlio al cimitero. A lei chiede di non piangere, al ragazzo dice di alzarsi. Le parole sue da suoni si fanno realtà. La speranza riaccende il cuore della madre, la vita riabita le membra del giovane. Uno è restituito all'altro. La morte è sconfitta, non ha più potere sulla vita. Nell'insieme abbiamo qui un anticipo delicato della morte del Figlio di Dio che ridarà la vita e la speranza a tutta l'umanità. Signore, aiutaci ad andare oltre logiche di morte, aiutaci a metterci a servizio della vita, della vita vera, abbondante in tutti! |
venerdì 9 settembre 2016
Vangelo del giorno 09/09/2016
Lc 6,39-42
Può forse un cieco guidare un altro cieco? | |||
Commento su Lc 6,39-42 La richiesta di Gesù è diventata proverbiale ed è colma di buon senso: come possiamo condurre un cieco se noi per primi siamo ciechi? Come possiamo togliere la pagliuzza dall'occhio del fratello se prima non togliamo la trave che portiamo nel nostro occhio? Quanto è vero ciò che dice il Signore! Istintivamente siamo sempre pronti a scusarci, ad essere molto indulgenti con noi stessi, ad avere mille giustificazioni per attenuare le nostre responsabilità e molto più severi nel guardare i difetti degli altri, a stigmatizzarli, amplificarli, evidenziarli... I nuovi mezzi che abbiamo a disposizione poi, se possibile, hanno esasperato questa possibilità: spesso protetti dall'anonimato siamo impietosi nell'esprimere giudizi, quasi sempre temerari e affatto documentati, facciamo diventare l'orribile vizio del pettegolezzo una quasi-virtù. No: se discepoli siamo seriamente invitati a ragionare in altro modo, a metterci dal punto di vista di Dio che vede con misericordia ciascuno di noi, che non si sofferma sulla miseria (che va riconosciuta e superata) ma sulla possibilità di conversione che ognuno di noi porta in se stesso. Coraggio, allora, convertiamoci! |
giovedì 8 settembre 2016
Vangelo del giorno 08/09/2016
Mt 1,1-16.18-23
Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. | |||
Commento su Matteo 1,1-16.18-23 Quando si annuncia una bella giornata radiosa, ce ne si accorge fin dal mattino, dall'aurora. In questa prospettiva la devozione popolare ha spinto la Chiesa a festeggiare non solo la nascita di Gesù ma anche il compleanno di sua Madre! Festeggiare la nascita di una persona significa sempre rallegrarsi della sua presenza, della sua venuta. Così accade, in modo del tutto particolare, per Maria di Nazareth: la sua nascita è salutata come una benedizione per tutti noi perché, attraverso di lei, ci è stata donata la salvezza in Cristo. La tradizione popolare, poi, ha voluto attingere ai vangeli apocrifi, in particolare la protovangelo di Giacomo, per avere ulteriori informazioni: Maria viene presentata come una fanciulla consacrata al Tempio e cresciuta nella preghiera e nel silenzio. Poco importa se queste informazioni si perdono nelle nebbie del passato: a noi basta sapere che questa straordinaria credente ci ha permesso di attingere al vero volto di Dio. Il suo "sì" al folle progetto del Padre ci ha donato la salvezza. Anche i nostri piccoli "sì" alla volontà di Dio sono portatori di benedizione e di salvezza per noi e per chi verrà dopo di noi... |
mercoledì 7 settembre 2016
Vangelo del giorno 07/09/2016
Lc 6,20-26
Beati i poveri. Guai a voi, ricchi.
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Commento su Lc 6,20-26 Luca riprende Matteo e il suo discorso della montagna con la strabiliante pagina delle beatitudini. Ma aggiunge qualcosa di suo, scoperto nella sua lunga e meticolosa indagine sull'origine della fede che egli ha conosciuto attraverso la predicazione di Saulo. Sintetizza le beatitudini e aggiunge quattro ammonizioni, quattro "guai" che spaventano, soprattutto nelle pagine del vangelo della misericordia. Perché lo fa? Me lo sono chiesto mille volte! Ma quest'anno questa pagina cade in una data che è diventata simbolica per noi uomini del ventunesimo secolo: l'11 settembre, momento in cui ci siamo paventati sapendo che si poteva usare la fede per giustificare ogni crimine e che la religione, invece di unire, poteva drammaticamente dividere. Ha ragione Luca a non fare le cose semplici: è impegnativo vivere le beatitudini e su tutto rischia di prevalere la logica del mondo, così ben sintetizzata nella drammatica sintesi che egli ne dà: piacere, ricchezza, potere. L'orizzonte in cui Luca si situa, però, ci apre alla speranza: le beatitudini contrapposte alla logica del mondo emergono ancora di più in tutta la loro strabiliante novità e innovazione! |
martedì 6 settembre 2016
Vangelo del giorno 06/09/2016
Lc 6,12-19
Passò tutta la notte pregando e scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli. | |||
Commento su Lc 6,12-19 Prega tutta la notte il Signore prima di scendere e scegliere i dodici. Quei dodici. Luca, lo sappiamo, prende come riferimento principale il vangelo di Marco ed è interessante notare come lui solo ci indica che la scelta fu preceduta da una notte di preghiera. D'altronde nel suo vangelo Gesù è spesso in atteggiamento di preghiera, soprattutto nei momenti cruciali della sua missione. E mi sorge un dubbio: forse Gesù non sapeva pregare? Fatemi capire: il figlio di Dio passa la notte in preghiera, si consulta col Padre e sul fare del mattino sceglie quei dodici? Forse avrebbe fatto meglio a lasciar perdere e dormire! Una preghiera che non ha portato dei grandi frutti, si direbbe! Così appare al nostro sguardo mondano e meschino: Gesù in realtà, scegliendo proprio quei dodici intende mostrarci cosa è la Chiesa nel cuore di Dio: una comunità di uomini e donne diversi in tutto ma uniti dalla passione per il Cristo! Non ci siamo scelti, ma il Signore ci ha scelti e i nostri difetti non sono un limite insuperabile per la straordinaria opera di Dio. Impariamo a diventare Chiesa secondo il cuore di Dio, secondo il progetto del Maestro Gesù... |
lunedì 5 settembre 2016
Vangelo del giorno 05/09/2016
Lc 6,6-11
Osservavano per vedere se guariva in giorno di sabato. | |||
Commento su Lc 6,6-11 La disputa sul sabato giunge al suo apice di incomprensione e di violenza. I farisei e gli scribi sbroccano, sono fuori di sé, danno di matto quando Gesù li mette al muro. Non è certo venuto per trasgredire le norme, anche se sa ben distinguere cosa viene da Dio e cosa viene dagli uomini, i famosi numerosi precetti orali che il pio israelita era tenuto ad osservare. E certamente non vuole mettere in discussione una delle intuizioni più originali del popolo di Israele, quella del sabato come momento di memoria della libertà e della dignità dell'essere umano! Ma il messaggio che Gesù porta avanti è potente: Dio non ha gravato i credenti con norme assurde fatte per manifestare la propria divina autorità ma per renderli liberi! Sia chiaro: all'epoca molti rabbini, esattamente come fa Gesù, anteponevano il bene della persona al rispetto del sabato! Gesù plasticamente rimette in ordine la corretta interpretazione della norma ponendo nel mezzo l'uomo dalla mano inaridita. È l'uomo ad essere al centro, non l'osservanza di una pur giusta regola! Dio ha donato agli uomini le regole perché essi siano più liberi! |
venerdì 2 settembre 2016
Medjugorje Messaggio del 02 Settembre 2016
Medjugorje Messaggio del 02/09/2016
Cari figli, secondo la volontà di mio Figlio ed il mio
materno amore vengo a voi, miei figli, ed in particolare per coloro che ancora
non hanno conosciuto l’amore di mio Figlio. Vengo a voi che pensate a me, che
mi invocate. A voi do il mio materno amore e porto la benedizione di mio
Figlio. Avete cuori puri e aperti? Vedete i doni, i segni della mia presenza e
del mio amore? Figli miei, nella vostra vita terrena ispiratevi al mio esempio.
La mia vita è stata dolore, silenzio ed un’immensa fede e fiducia nel Padre
Celeste. Nulla è casuale: né il dolore, né la gioia, né la sofferenza, né
l’amore. Sono tutte grazie che mio Figlio vi dona e che vi conducono alla vita
eterna. Mio Figlio vi chiede l’amore e la preghiera in Lui. Amare e pregare in
Lui vuol dire — come Madre voglio insegnarvelo — pregare nel silenzio della
propria anima e non soltanto recitare con le labbra. Lo è anche il più piccolo
bel gesto compiuto nel nome di mio Figlio; lo è la pazienza, la misericordia l’accettazione del dolore ed il sacrificio fatto per gli altri. Figli miei, mio
Figlio vi guarda. Pregate per vedere anche voi il Suo volto ed affinché esso
possa esservi rivelato. Figli miei, io vi rivelo l’unica ed autentica verità.
Pregate per comprenderla e poter diffondere amore e speranza, per poter essere
apostoli del mio amore. Il mio Cuore materno ama in modo particolare i pastori.
Pregate per le loro mani benedette. Vi ringrazio!
Vangelo del giorno 02/09/2016
Lc 5,33-39
Quando lo sposo sarà loro tolto, allora in quei giorni digiuneranno. | |||
Commento su Lc 5,33-39 Gesù non sembra proprio un profeta e glielo si fa notare: si comporta liberamente nei confronti delle prescrizioni rituali, non digiuna come il Battista, anzi è accusato di frequentare i salotti dei ricchi e dei pubblicani e di essere un gaudente, un mangione e un beone. Gesù non appare come un uomo religioso e devoto come ce lo immaginiamo, anzi... Quanto inganna l'apparenza! Gesù è libero interiormente, anche dallo stereotipo del pio israelita di ieri e di oggi. Lui, che pure vede Dio faccia faccia, è, nel contempo, un uomo concreto, saldamente realista, un uomo che sa emozionarsi, che si compromette. I suoi interlocutori ragionano in maniera antiquata, schematica, secondo la tradizione che Gesù recupera e supera: il vino nuovo del vangelo va contenuto in botti nuove, perché la novità può spaccare vecchi meccanismi. Ma quanto è duro abbandonare ciò che si conosce per qualcosa di nuovo! Si sa che il vino vecchio è migliore!, pensano tutti. E se, invece, si fosse inacidito? Gioiamo, oggi, perché lo sposo è con noi, perché la fede è luce e danza, non mortificazione ma vivificazione. |
giovedì 1 settembre 2016
Vangelo del 01/09/2016
Lc 5,1-11
Lasciarono tutto e lo seguirono. | |||
Commento su Lc 5,1-11 Ci raggiunge sempre alla fine delle nostre notti, il Signore. Ci raggiunge alla fine delle nostre notti e dei nostri incubi, ci raggiunge quando siamo stanchi e depressi. Ci chiede un gesto di fiducia, all'apparenza inutile, ci chiede di gettare le reti dalla parte debole della nostra vita, di non contare sulle nostre forze, sulle nostre capacità, ma di avere fiducia in lui. Pietro lo fa e accade l'inaudito. Le reti si riempiono, il pesce abbonda, la barca quasi affonda. Il miracolo è sempre un evento ambiguo, interpretabile in modi molto diversi, talora contrastanti. Il miracolo consiste nel fatto che Pietro vede in quella pesca un segno straordinario. Il miracolo è sempre nel nostro sguardo, Dio continua a riempire di miracoli la nostra vita. E noi non li vediamo. È turbato, ora, il pescatore. Che sta succedendo? Si butta in ginocchio, prima di arrendersi: «Non sono capace, non sono degno». È la scusa principale tirata fuori da tutti quelli che, per un istante, sfiorano Dio: non sono all'altezza, sono un peccatore. Siamo sempre lì, inchiodati al nostro becero e rancido moralismo: lasciamo fare a Dio! Pensiamo che Dio voglia farci superare un esame, che ponga delle condizioni. No, sbagliato: siamo noi a porre delle condizioni, non Dio. |
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