Lc 24,46-53
Mentre li benediceva veniva portato verso il cielo. | |||
Commento su Lc 24,46-53 Sono stupiti e amareggiati, i discepoli. Il Maestro se ne va proprio ora che, infine, avevano capito il grande disegno di Dio su Gesù, proprio ora che, finalmente, avevano superato il dolore e si erano convertiti alla gioia! Il Dio presente, il Dio in cui crediamo è il Dio che accompagna, certo, ma che affida il cammino del vangelo alla fragilità della sua Chiesa. Il Regno sperato dagli apostoli occorre costruirlo, la nuova dimensione voluta dal Signore per restare nel mondo, non è una soluzione magica, ma è una dimensione pazientemente intessuta da ognuno di noi. Siamo noi, ahimè, il volto di Gesù per le persone che incontriamo sulla nostra strada... Tu che leggi, fratello, sei lo sguardo di Dio per le persone che incontrerai. Così il nostro Dio originale e spiazzante ha deciso. E così davvero accade. L'ascensione segna la fine di un momento, il momento della presenza fisica di Dio, dell'annuncio del vero volto del Padre da parte di Gesù, che professiamo Signore e Dio, con la rassicurazione, da parte di Dio stesso della sua bontà e della sua vicinanza nello sguardo di noi discepoli. Ora è il tempo di costruire relazioni e rapporti a partire dal sogno di Dio che è la Chiesa: comunità di fratelli e sorelle radunati nella tenerezza e nella franchezza nel Vangelo. Accogliamo allora l'invito degli angeli: smettiamola di guardare tra le nuvole cercando il barlume della gloria di Dio e - piuttosto - vediamo questa gloria disseminata nella quotidianità di ciò che siamo e viviamo. |
sabato 7 maggio 2016
Vangelo del giorno 08/05/2016
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