domenica 14 agosto 2016

Vangelo del 15/08/2016

Lc 1,39-56
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Parola del Signore


Commento a Lc 1,39,56
  

Oggi è la festa dell'Assunzione, la storia di una discepola che ha creduto, che insegna a noi, tiepidi credenti, l'ardire di Dio, la follia dell'Assoluto. Questa donna, noi crediamo, dopo la lunga esperienza di una fede abitata dal Mistero, è tornata, prima tra i credenti, al Dio che l'aveva chiamata. 


L'incontro tra la matura Elisabetta e l'adolescente Maria è un'apoteosi, un fuoco d'artificio. Solo loro sanno, solo loro capiscono, i servi e i famigliari guardano attoniti queste due donne che ridono e si abbracciono e piangono di gioia. Roteano nella polvere, ora, Elisabetta solleva in un abbraccio la piccola Maria: "Come sei cresciuta! Che bella che sei!"; poi la posa, la guarda scuotendo la testa: "Come hai fatto a credere, Maria?". Sì, Maria, anche noi lo ripetiamo, scuotendo la testa: come hai potuto credere che davvero Dio diventasse sguardo e sudore e calore nel tuo ventre? Come hai fatto a credere che il tuo acerbo ventre contenesse l'Assoluto? Beata te che hai creduto Maria. Beati noi, fragili discepoli, che sentiamo l'orgoglio riempirci di lacrime gli occhi e la nostalgia della santità mozzarci in fiato, tu sei figlia della nostra umanità, tu sei il riscatto delle nostre tiepidezze. E Maria canta e danza roteando nella polvere. Allora è tutto vero, ciò che ha visto era davvero il messaggero di Dio, allora tutte le stanche e impolverate profezie ascoltate allo sabba in sinagoga, si stavano realizzando. Dio non si è stancato del suo popolo, Dio non l'ha abbandonato, Dio è presente.

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